Lettera Aperta al Direttore di Radioerre di Gioacchino Di Martino
Caro Direttore, quest’oggi consentimi di spostare le lancette dell’orologio all’indietro e condividere con te alcune riflessioni sullo svolgimento della seduta del Consiglio comunale di Porto Recanati del 30 dicembre 2024.
Seduta convocata il 20 dicembre, quindi con 10 giorni di anticipo, e con all’ordine del giorno argomenti che, ad una prima rapida lettura, potevano ritenersi quasi di ordinaria amministrazione ad esclusione del punto 8 che prevedeva l’approvazione della scheda di dettaglio BICIPLAN. Argomento questo che, forse, avrebbe potuto riaccendere in Consiglio il dibattito, mai del resto sopito nella pubblica opinione, del più controverso provvedimento, fino ad ora, adottato dalla Giunta. Ma il sindaco ad inizio di seduta informava che, causa mancata preventiva presentazione alla competente commissione la delibera era rinviata alla prossima seduta di Consiglio. Rinvio più che corretto salvo che, tra i soliti bene informati delle vicende di palazzo Volpini, si sussurra che in realtà qualche problema sarebbe emerso in sede di revisione stante anche il fatto che probabilmente il piano dovrebbe essere fatto proprio dal nuovo dirigente la cui conoscenza delle strade di Porto Recanati certamente è superiore a quella della dimissionaria dirigente.
Ma non è su questo argomento che voglio richiamare la tua attenzione quanto piuttosto su quello relativo al punto 5 dell’ordine del giorno relativo alla “revisione ordinaria delle partecipazioni”. Un argomento apparentemente neutro con un documento redatto dalla burocrazia comunale e quindi, così come presentato, meritevole solo di una rapida approvazione. Ma proprio su quest’atto meramente informativo/contabile è stata lanciata la pietra che ha innescato un pacato ma puntuale dibattito, di fatto gestito dalla minoranza, e che ha costretto il presidente dell’Assemblea a giustificazioni ancora una volta carenti nella sostanza e lacunose nella narrazione.
Il Balilla di turno è stata la consigliera Nalmodi che, dopo aver definito l’atto in discussione un mero adempimento burocratico, ha chiesto al Sindaco che l’atto politico seguente fosse l’informativa sulle posizioni assunte da chi rappresenta l’Amministrazione negli Enti partecipati. Richiesta forse motivata da quanto previsto dal dettato della lettera “g” comma 2 dell’art 42 del TUEL (Testo Unico sugli Enti Locali), che attribuisce al Consiglio comunale la competenza di fornire “gli indirizzi da osservare da parte delle aziende pubbliche e degli enti dipendenti, sovvenzionati o sottoposti a vigilanza”. I rappresentanti delle altre due forze di minoranza, con motivate argomentazioni, hanno immediatamente aderito alla richiesta espressa dalla Nalmodi ed il sindaco, pur dichiarandosi favorevole alla proposta, non ha trovato di meglio, per giustificare la non informativa, che derubricare la sua partecipazione alle assemblee del COSMARI e dell’ATO 3 come quella di mero uditore. Affermazione di nullità propositiva e capacità aggregativa politicamente avvilente che è in evidente contrasto con la vivacità intellettuale che esprime la nostra comunità ma che invece è propria di chi è privo di quel famoso “quid” che caratterizza coloro che invece intendono la politica come partecipazione attiva nei momenti di confronto del processo decisionale.
Questo, caro Direttore, purtroppo è la risultante di quando il nome del candidato sindaco viene estratto dal cilindro ritenendo che la notorietà conquistata per altri meriti possa essere credenziale sufficiente ad assolvere un compito che, se pur svolto in una comunità piccola come la nostra, richiede pur sempre un impegno che non si esaurisce nel presenzialismo o nell’approvare feste e manifestazioni proposte da altri soggetti. E quindi poichè dal cilindro gli illusionisti estraggono normalmente un soggetto che nel suo DNA non ha certamente la vocazione al governo di una città, non bisogna meravigliarsi che l’unico risultato che si potrà ottenere, con buona pace di coloro che speravano in altro, sarà quello di ottimi spettacoli di illusionismo i cui trucchi, una volta spente le luci della ribalta, vengono riposti nelle scatole in attesa del prossimo spettacolo.
Con viva cordialità.
Gioacchino Di Martino – Porto Recanati, 4 gennaio 2024
2 commenti
Eminente Dottore, lei ha un pregio riconosciuto dalla piazza: è un abile acrobata del cavillo burocratico. E’ la materia che blocca un vero e razionale progredire delle comunità locali, specie quando nei ruoli di responsabilità finiscono azzeccagarbugli più o meno improvvisati, che forse ancora non si sono resi conto come siano finiti lì. Limitandomi al tema di fondo però, osservo che ormai anche in un Comune qual è Porto Recanati si è arrivati ad avere (scegliere?) amministratori pubblici privi di una visione di futuro adeguata. Tutto si rifà ai bei “vecchi tempi”, che belli non lo sono mai stati, almeno per la generalità della cittadinanza. Condito dalle voci diffuse dagli immancabili “bene informati”, che altro non sono che qualunquisti di bassa lega al soldo di qualche personaggio malato di “cesarismo”, in cerca di improbabili rivalse. Porto Recanati ha urgenza di individuare un orizzonte certo e ampio, verso il quale navigare sotto la guida di nocchieri che non tracciano la rotta guardando le stelle, ma che si avvalgono di strumenti tecnologici d’avanguardia. Insomma, occorre una classe di amministratori tutt’altro che improvvisata e semplicemente dotata di buona volontà, ma di figure che si sono formate negli anni nel trattare le principali questioni cittadine. Rifuggendo dai “bene informati” o dai nostalgici. Trovarla non è facile, ma è possibile se si ha l’onestà intellettuale di farlo, astenendosi da certe giravolte politico-ideologiche.
Auguri!
Ario… ammatina che commenti lunghi e astrusi