Firmato l’atto dal notaio per la nascita del nuovo cda della Recanatese
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9 commenti
“FORZA ROMA”!!!
Ooooo mbuffatiiii !
auguri! tanti tanti tanti auguriiiii!
A Natale ne riparlamo!
A Civitanova ancora nun ce credono! e…ridono ridono ridono.
a Civitanova ridono dei gonzi
cos’è cambiato! niente. triboleranno anche per questa stagione. Mi auguro di sbagliare ma mmmmmhhhhh
Non va dimenticato che quando fu creata la Recanatese SRL al fine di permettere la partecipazione al campionato di serie C, il vecchio sindaco, e suoi assessori, nella famosa sera del 17 giugno 2022 deliberarono l’apertura di un mutuo da 3 milioni di euro(×25 anni). Sono passati 3 anni, la squadra e’ retrocessa, il vecchio CDA è fuggito quasi tutto. Il rimpasto e’ vergognoso, stesse facce e stesse richieste di aiuto dall’esterno. Ma chi vi ci fa mettere in mezzo se non volete sborsare una lira?
Vergognosi, incapaci.
Datevi alla ruzzola!
rospi?
Massimiliano Guzzini si renderà presto conto di aver messo insieme un pastrocchio. Ciò che ha costruito somiglia più a un minestrone mal riuscito che a un progetto solido. Ha unito persone che non hanno nulla in comune, visioni diverse, obiettivi distanti, e in certi casi rancori personali ben noti. Una squadra che parte già divisa è destinata a implodere. E allora, più che un rilancio, rischia di essere l’ennesimo errore di valutazione.
L’unica vera certezza è che a comandare sarà ancora una volta Angelo Camilletti, libero di spadroneggiare come ha sempre fatto, con il colpevole benestare di Adolfo Guzzini e, stavolta, anche del suo primogenito. Tutto cambia per non cambiare nulla. Finché la gestione resterà saldamente nelle mani di Camilletti, dimenticatevi parole come inclusione, integrazione, visione condivisa. Sono rimaste belle frasi da conferenza stampa, utili solo a mascherare una verità che in molti fingono di non vedere: la solita gestione padronale, autoreferenziale, impermeabile a ogni reale apertura.
Tutta questa rivoluzione per ritrovarci, di fatto, esattamente al punto di partenza. Che desolazione!
Ma non era meglio, con un minimo di onestà intellettuale, ripartire settimane fa con l’assetto precedente, evitando questo teatrino stucchevole?
Che senso hanno avuto allora le dimissioni in blocco, le finte trattative, le manovre da retrobottega?
Qualcuno ha perso tempo, qualcuno ha perso credibilità.
E qualcuno, quella credibilità, ha provato inutilmente a recuperarla, arrogandosi i meriti di un progetto che non ha né coerenza né visione.