Una raffica di richieste di pagamento per il canone patrimoniale relativo a “passi e accessi carrabili” ha raggiunto nelle ultime settimane molte famiglie recanatesi. Le notifiche, inviate dalla società ABACO per conto del Comune, hanno sollevato proteste e perplessità, tanto da spingere i consiglieri di opposizione Francesco Fiordomo, Giorgio Lorenzetti e Stefano Miccini a presentare un’interrogazione consiliare rivolta al sindaco, agli assessori competenti e alla giunta.
Secondo i firmatari, le richieste sarebbero state recapitate “in maniera generica e senza una preventiva verifica della reale esigibilità del canone”. La normativa, infatti, prevede che non siano soggetti a tassazione i passi carrabili a raso e privi di manufatti, a meno che il cittadino non richieda l’apposizione del divieto di sosta. Inoltre, i Comuni possono concedere riduzioni o esenzioni in situazioni particolari, ad esempio per nuclei familiari con persone disabili.
“L’invio massivo di questi avvisi ha generato confusione e malcontento – sostengono i consiglieri – perché molti cittadini li hanno percepiti come ingiustificati. Non solo: la procedura appare frettolosa, visto che le notifiche sono arrivate a fine agosto e solo dopo, a quanto risulta, il Comune avrebbe avviato controlli caso per caso”.
L’opposizione sottolinea anche il rischio di effetti iniqui: da un lato chi non è soggetto a tassazione ma, non conoscendo i dettagli normativi, ha già provveduto a pagare; dall’altro la possibilità di interventi discrezionali “ad personam”.
Fiordomo, Lorenzetti e Miccini chiedono quindi alla giunta:
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di sospendere in autotutela l’intera procedura, in attesa delle verifiche necessarie;
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di spiegare perché l’applicazione del canone sia stata avviata senza controlli preventivi;
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di prevedere restituzioni o compensazioni per i cittadini che abbiano pagato somme non dovute;
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di chiarire i criteri adottati per distinguere i casi di reale imponibilità e le eventuali esenzioni.
Il tema tocca direttamente il portafoglio delle famiglie e delle attività economiche locali, già alle prese con altri aumenti: dalle tariffe sui rifiuti a quelle dell’acqua, fino al buono mensa scolastico. “Si tratta di un ulteriore onere economico introdotto senza la necessaria trasparenza – denunciano i consiglieri – che rischia di minare la fiducia dei cittadini nei confronti dell’amministrazione comunale”.
Adesso la parola passa all’Asseszsore chiamata a rispondere in Consiglio comunale.