Un’intelligenza artificiale capace di individuare persone disperse tra la vegetazione, distinguere il calore corporeo da quello ambientale e persino riconoscere un colore o un capo d’abbigliamento specifico. Non è fantascienza, ma la nuova frontiera del soccorso aereo sperimentata dal Nucleo Operativo Aereo ODV (NOA) di Recanati, protagonista in questi giorni di un’importante esercitazione a San Lorenzo di Treia.
L’associazione, realtà di volontariato di Protezione Civile specializzata nel supporto aereo per operazioni di ricerca e soccorso (SAR), è da anni un punto di riferimento nell’impiego dei droni nelle emergenze. I suoi volontari – tra piloti esperti e ingegneri informatici – mettono a disposizione della collettività una flotta di mezzi tecnologicamente avanzati, impiegati per la ricerca di persone e animali dispersi, il monitoraggio del territorio, la prevenzione del rischio idrogeologico e la mappatura delle aree colpite da calamità.
L’intelligenza artificiale che “vede” dove l’occhio umano non arriva
Durante l’esercitazione di Treia è stata testata la quinta versione del software proprietario di rilevamento oggetti, sviluppato interamente dal team di ingegneri e piloti del NOA.
Si tratta di un sistema di intelligenza artificiale progettato e programmato internamente, compatibile con qualsiasi drone e frutto di oltre un anno di sperimentazioni sul campo, sia di giorno che di notte.
Le caratteristiche principali segnano un vero salto di qualità nel soccorso tecnologico:
-
Rilevamento a lunga distanza: capacità di individuare persone o animali anche in aree boschive o con scarsa visibilità;
-
Analisi termografica avanzata: distinzione automatica tra calore corporeo e fonti di calore ambientali;
-
Ricerca selettiva in tempo reale: possibilità di isolare un colore o un indumento, riducendo i tempi di individuazione;
-
Applicazioni forensi: supporto alle indagini in caso di persone scomparse.
Recanati all’avanguardia nel soccorso aereo
In alcune missioni i droni del NOA, equipaggiati con termocamere di ultima generazione, sono stati persino equiparati ad Aeromobili di Stato dal Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, ottenendo l’autorizzazione a operare in aree normalmente interdette, come parchi e riserve naturali.
I risultati dell’esercitazione hanno confermato l’affidabilità del sistema e la validità del percorso di innovazione intrapreso.
«La tecnologia – spiegano dal Nucleo – è la chiave per rendere gli interventi di soccorso sempre più rapidi e precisi. Ma dietro ogni algoritmo ci sono persone che dedicano tempo e passione alla sicurezza della collettività».
Un ringraziamento particolare è andato ai volontari ingegneri che continuano a perfezionare il software, portando il nome di Recanati e della Protezione Civile marchigiana ai vertici nazionali nell’applicazione dell’intelligenza artificiale al servizio del soccorso.