Negli ultimi mesi il dibattito sul futuro del lupo in Italia si è riacceso, complice la discussione sul possibile declassamento della specie da “prioritaria” a “protetta” nell’ambito della Direttiva Habitat dell’Unione Europea. Una modifica che, se approvata, potrebbe avere effetti significativi non solo sulla gestione della fauna selvatica, ma anche sul sistema dei finanziamenti europei legati ai progetti LIFE, che negli ultimi anni hanno assorbito milioni di euro per iniziative di tutela e “convivenza” con il grande predatore.
In questo contesto interviene Michele Corti, presidente dell’Associazione nazionale per la tutela dell’ambiente e della vita rurale, da anni voce critica nei confronti delle politiche animaliste e della gestione ideologica del rapporto tra lupo e allevatori.
Una voce fuori dal coro che invita a riflettere, al di là degli slogan, su cosa abbiano davvero prodotto anni di “convivenza forzata” tra uomo e lupo in Italia.



6 commenti
Ridurre la presenza in modo significativo pure gli animali selvatici, gli ungulati: cervi, mufloni , camosci , cinghiali e certamente i lupi…Gli ungulati sono tutti animali alloctoni immessi nei corridoi faunistici … da varie Associazioni…
Sono strapieni di vettori – infetti : zecche , pilci, pidocchi, acari ect. portatori di gravissime infezioni rilevate umane, e taciute: le 42 spirochete della orribile – Malattie di Lyme, babesie (24), bartonelle(45), anaplasmi, micoplasmi(200), jersinie, toxoplasmi, rickettsie, ehlichie, TBE, PSA, TBC, febbre Q, etc.ect. senza contare le numerosissime verminosi e infezioni fungine che hanno addosso perchè mai controllati e lasciati completamente allo sbando.
arriva la scienziata di turno!
FINALMENTE UNO CHE RAGIONA E DICE COME STANNO LE COSE
Li avevamo quasi eliminati tutti..poi ci siamo pentiti..ma ci siamo dimenticati di fargli fare un corso preparatorio, su come non infastidire l’animale uomo..
Sterminiamo tutta la fauna! fate ridere!!! Alloctoni….? forse sarà qualche “umano” pro sterminio?
Dai tempi dei tempi gli allevatori hanno combattuto per difendere pecore, capre, mucche, vitelli, maiali, galline, oche e in generale tutta la carne che si mangia da migliaia di anni. Questa battaglia era stata vinta e molti animali, anche se sempre pochi, vivevano all’aperto negli alpeggi.
Con la reintroduzione dei grandi carnivori sempre più pastori e allevatori che perdono i loro capi abbandonato l’allevamento all’aperto con il risultato di dover far vivere tutta la vita dei loro animali al chiuso in condizioni di forzata prigionia.