Recanati. Una cena non soddisfacente, una recensione online eccessivamente aspra e un processo concluso con una condanna per diffamazione: è questa la vicenda che ha coinvolto una 53enne abruzzese, domiciliata in Spagna. La donna dovrà ora pagare una multa di duemila euro e un risarcimento di cinquemila euro alla titolare del ristorante recanatese.
La vicenda Tutto ha avuto inizio nell’agosto del 2017, quando la donna, in visita a Recanati, ha cenato in un noto ristorante locale. Insoddisfatta del servizio ricevuto, ha deciso di sfogare il proprio disappunto online. La prima recensione su Tripadvisor è stata cancellata dagli amministratori della piattaforma, ma la cliente ne ha pubblicata una seconda, accusando i gestori di maleducazione e aggressività. Non paga, ha proseguito su una pagina Facebook intitolata “Gufo? No, Grazie!”, definendo il locale “una bettola” e i proprietari “veri cafoni”. Secondo il suo racconto, sarebbe stata cacciata dal ristorante per aver espresso disappunto sui ritardi del servizio, che a suo dire avrebbero superato un’ora e mezza.
La reazione della ristoratrice La titolare del locale, informata del post su Facebook da un collega ristoratore di Brescia, ha deciso di agire per vie legali, presentando una denuncia per diffamazione. Nel processo, si è difesa spiegando che il ritardo lamentato dalla cliente era stato molto inferiore e che, per scusarsi, aveva persino offerto la cena. Tuttavia, la donna avrebbe continuato a manifestare il proprio malcontento con toni inaccettabili.
Il processo La sentenza è arrivata ieri presso il Tribunale di Macerata, davanti al giudice Andrea Belli e al pubblico ministero Raffaela Zuccarini. Il pm aveva richiesto una condanna a sei mesi di reclusione, pena sospesa. Il giudice ha invece optato per una multa di duemila euro e il risarcimento di cinquemila euro in favore della ristoratrice, che si è costituita parte civile assistita dall’avvocato Paolo Carnevali.
Un caso esemplare Questa vicenda pone l’accento sull’importanza di un uso responsabile delle piattaforme online. Le recensioni negative possono rappresentare un’opinione legittima, ma quando i toni superano il limite della critica costruttiva e sconfinano nella diffamazione, le conseguenze possono essere pesanti. La sentenza di Recanati rappresenta un monito per tutti coloro che utilizzano i social network e i portali di recensioni come valvola di sfogo, dimenticando il potere delle parole e le responsabilità che ne derivano.