Negli ultimi mesi il dibattito sul futuro del lupo in Italia si è riacceso, complice la discussione sul possibile declassamento della specie da “prioritaria” a “protetta” nell’ambito della Direttiva Habitat dell’Unione Europea. Una modifica che, se approvata, potrebbe avere effetti significativi non solo sulla gestione della fauna selvatica, ma anche sul sistema dei finanziamenti europei legati ai progetti LIFE, che negli ultimi anni hanno assorbito milioni di euro per iniziative di tutela e “convivenza” con il grande predatore.
In questo contesto interviene Michele Corti, presidente dell’Associazione nazionale per la tutela dell’ambiente e della vita rurale, da anni voce critica nei confronti delle politiche animaliste e della gestione ideologica del rapporto tra lupo e allevatori.
Una voce fuori dal coro che invita a riflettere, al di là degli slogan, su cosa abbiano davvero prodotto anni di “convivenza forzata” tra uomo e lupo in Italia.
