Venerdì 7 novembre, a partire dalle ore 19:15, sarà proiettato e discusso il film “Adulti nella stanza” (2019). Esso è ambientato nel 2015: dopo la vittoria di Syriza alle elezioni greche, il ministro Varoufakis viene incaricato da Tsipras di negoziare un nuovo accordo sul memorandum d’intesa firmato dal precedente governo con Commissione europea, Banca Centrale Europea e Fondo Monetario Internazionale A dieci anni dai governi Tsipras in Grecia (2015 e 2015-2019), si discuterà lo stato della democrazia in Europa e si cercherà di rispondere alle seguenti domande. In che misura l’Unione Europea favorisce un ordinamento che assicuri la pace e la giustizia fra le Nazioni? Perché le regole dell’austerità sono state applicate a svantaggio delle condizioni di vita dei popoli europei e oggi sono saltate per via del piano di riarmo? [ evento Facebook: https://fb.me/e/6mLn1itIc ].
Martedì 11 novembre si cambia completamente argomento e si festeggia Halloween con alcuni giorni di ritardo: alle 21:15 sarà proiettato il film “La maschera del demonio” (Italia, 1960) diretto dal regista Mario Bava, nato nel 1914, anno in cui iniziò la Prima Guerra Mondiale, e morto nel 1980. La pellicola, nota per effetti speciali innovativi, è considerata un’opera fondamentale nell’ambito del cinema horror italiano [ https://fb.me/e/2x4AIRQAn ].
Queste serate si inseriscono in una programmazione che unisce serate di svago ad altre di forte impegno politico e che ha avuto inizio questo martedì. Data la grande partecipazione di cittadini in quest’ultima occasione, ne vogliamo offrire un riassunto.
Martedì 4 Novembre 2025 è stato ricordato il IV Novembre 1918 con un dibattito sull’attualità, su iniziativa di Circolo “La Serra”, nucleo recanatese di Saturdays for Palestine, sezione ANPI di Recanati e Istituto Gramsci Marche.
I presenti, hanno visto alcuni video sulla Prima Guerra Mondiale, sul contemporaneo riarmo UE e NATO e sul business di armi tra Italia e Israele [ visibili a questi collegamenti: https://youtube.com/playlist?list=PLIhPdmSHx2EEpWPdGPAf_ZICyCgNuDbVE&si=5Y0BLoMLxgdMLY1_ e https://www.raiplay.it/video/2025/10/Il-business-di-armi-tra-Italia-e-Israele—PresaDiretta-05102025-relazioni-pericolose-d94b2623-346a-4296-a89c-89ff676e72a2.html ].
Nel giorno che è anche la ricorrenza dell’uccisione del primo ministro israeliano Yitzhak Rabin per mano di un estremista della destra radicale israeliana (4 Novembre 1995), tutti questi argomenti si sono rivelati collegati nel corso del dibattito.
L’attuale situazione del Medio-Oriente ha le sue origini nella spartizione dell’Impero Ottomano fatta da tutte potenze vincitrici (includa l’Italia) della Prima Guerra Mondiale, dopo che esse, soprattutto la Gran Bretagna, avevano fatto promesse contraddittorie fra loro e rispetto ai loro appetiti di dominio al movimento nazionale arabo e a quello sionista. Oggi il Medio-Oriente è uno dei tanti luoghi dove si combatte la “guerra mondiale a pezzi” (espressione di Papa Francesco), a cui l’Italia partecipa o che quantomeno fomenta, nella misura in cui l’Italia (aziende italiane o Stato italiano) vende armi o componenti di arma ad Israele grazie a licenze rilasciate prima del 7 ottobre 2023, acquista servizi di intelligence dall’apparato militare-industriale israeliano, vende armi leggere ai cittadini israeliani, inclusi i coloni, per non parlare della compravendita e della collaborazione relative a prodotti e servizi ad uso duale, civile e militare.
Nell’occasione Saturdays for Palestine Recanati ha mostrato un volantino su chi, come la diciottenne Daniel Schultz, in Israele si rifiuta di prestare servizio militare nelle cosiddette Forze di Difesa Israeliane, rischiando la carcerazione, ricollegandosi a coloro che tramite la diserzione o altri mezzi si opposero alla catastrofe morale della Prima Guerra Mondiale, che purtroppo il movimento operaio e socialista, nonostante l’impegno di figure come Giacomo Matteotti e Jean Jaurès, non impedì. Questa guerra non fu la continuazione del Risorgimento, ma un conflitto per la spartizione del mondo fra potenze imperialiste, in cui l’Italia fu trascinata per la responsabilità decisiva della monarchia. Chi la celebra retoricamente prepara altre guerre: come cantava Fausto Amodei, “finché c’è chi è persuaso che occorre essere eroi quel che era stato prima si ripete poi”.
Nei giorni in vengono ricordati anche la nascita dell’ONU (24 ottobre 1945) e l’inizio del processo di Norimberga (10 dicembre 1945), constatiamo che l’umanità non è stata all’altezza degli impegni e delle promesse che aveva fatto a se stessa dopo le due guerre mondiali e l’Olocausto.
Le persone presenti sono uscite dal Circolo informate e determinate nella lotta per una pacifica e giusta convivenza fra i popoli.
Siamo convinti che in tutto il mondo risuonano attuali le parole che il parlamentare socialista Claudio Treves pronunciò alla Camera dei deputati nel 1917: “il prossimo inverno non più in trincea”.


