Guardia medica assente, pronti soccorso intasati, assistenza domiciliare carente: problemi persistenti del nostro sistema sanitario, ancora più gravi nei giorni festivi.
L’appello della Dott.ssa Beatrice Marinelli del Comitato Pro Ospedali Pubblici delle Marche per la riapertura degli ospedali chiusi, trasformati in case della salute ed “ospedali” di comunità, con riattivazione dei reparti fondamentali e dei relativi servizi di diagnostica essenziali.
4 commenti
Egr. direttore RadioErre,
Si è appena ascoltato l’interessante intervista fatta alla D.ssa Marinelli sulla sanità. Giacché come famiglie abbiamo deciso fra breve di trasferirci dalla Lombardia nella bella terra delle Marche siamo un po’ preoccupati circa il funzionamento della sanità locale e regionale! Penso che la Regione Marche, nonostante i molteplici problemi da risolvere, dovrebbe prendere più a cuore questo situazione e prendere provvedimenti in quanto questo problema può avere ripercussioni future sia sui trasferimenti di onesti cittadini che sul turismo di questa bella regione.
Ringraziando per l’attenzione, porgo cordiali saluti.
G. Leone
Signor Leone
si trasferisca tranquillamente nella nostra bella terra, non se ne pentirà.
Certo, lasciare l’altrettanto bella, operosa, ricca, sicura, evoluta Lombardia, non è facile.
Vero che la nostra Sanità è malconcia. È anche vero che non dispone delle risorse necessarie poiché quasi la totalità di esse vengono assegnate a regioni piu “meritevoli”. Per intenderci, dove i politici piu disonesti e corrotti gestiscono il fiume di denaro che proviene dai gettiti fiscali dei cittadini onesti, dividendosi il malloppo con le mafie e lasciando solo le briciole ai governi regionali. ( non è il caso della Lombardia, dove i miliardi sono talmente tanti, che avanzano)
Quaggiù…siamo costretti a fare i conti con gli spiccioli, siamo abituati. Non che ci piaccia, ma con gli spicci dobbiamo campare, pochi e non per tutti. Non a caso abbiamo ancora terremotati nelle casette.
Venga nelle Marche senza indugi. Nonostante tutto, i nostri pochi ospedali e il poco personale che ancora vi opera, sono affidabili, sicuri. In alcuni casi tra i migliori d’Italia. Certo, i posti letto sono pochi, le liste di attesa un pochino lunghi. Fortunatamente pero’, qui abbondano le strutture private, create e volute dai grandi imprenditori del nord. Pagando si può avere tutto e subito. Come in America!
Siate i benvenuti.
Vede qua nelle marche abbiamo un assessore che prima faceva il poliziotto!
Lei meglio di me saprà che se uno fa il meccanico non può fare i tortellini,viceversa se uno fa la pasta all’uovo non può aprire un ‘officina!
Questo signore ha riaperto un ospedale in un paesello di 4 anime che nonostante sia aperto chi vi abita per avere servizi si rivolge a Jesi.
Con questa trovata sono state tolte risorse per ospedali di città come Recanati!
Noi a Recanati avevamo un comitato in difesa dell’ospedale che quando scendeva in piazza si riuniva a loro quelli che oggi governano la regione promettendo che avrebbero riaperto l’ospedale di Recanati!
Poco si fece negli anni aspettando le comunali dove in campagna elettorale i signori della regione portarono a Recanati una Tac…promettendo che in caso di vittoria del centro destra si aveva attenzione per l’ospedale!
MORALE!!!
MORALE!!!
La Tac c’è funziona…PECCATO…PECCATO che manca il personale per farla lavorare ore!
Alla fine della fiera se quella Tac tolta dal centro covid di Civitanova fosse stata portata nella struttura di Civitanova o Macerata avrebbe con il personale che c’è funzionato notte e giorno!
Queste sono le Marche!
Se poi scendi vai in puglia troverai situazioni che in un reparto hai due primari!
Evviva l’Italia!
Il commento del sig. Anselmo non è del tutto esatto; l’ex presidente della regione Marche che aveva anche la delega alla sanità, insieme ai suoi “amicetti” locali hanno fatto tanto per l’ospedale recanatese? Non mi sembra proprio.