Il percorso potrebbe apparire lungo fino al 2028 ma è dietro l’angolo se si considera che questa è una storia che parte cinque secoli fa come indica il titolo del convegno ( “Recanati, Leopardi, i Cappuccini 1557-2025”) organizzato venerdì pomeriggio dal Centro nazionale di studi leopardiani diretto dal presidente Fabio Corvatta. Che l’argomento susciti interesse lo hanno confermato i tanti presenti che hanno gremito la sala Franco Foschi del Cnsl che ha appunto ospitato l’iniziativa convegnistica.
La serie dei saluti introduttivi è stata aperta dal presidente del Cnsl Fabio Corvatta: «Viviamo un momento di particolare importanza per la città, riscopriamo il legame secolare tra i Cappuccini e la comunità cittadina che in passato era stato un po’ trascurato, mai sufficientemente valorizzato. Recuperiamo il rapporto con la spiritualità grazie alle iniziative dei Cappuccini partendo dalle giornate missionarie, dalla loro storica presenza in ospedale, dai tanti appuntamenti per la città. Oggi parliamo del rapporto con Leopardi grazie a padre Fabio, avere la possibilità di ascoltarlo è un grande piacere e una occasione di riflessione».
Frate Sergio Lorenzini, maestro provinciale dei Cappuccini delle Marche: «Noi francescani ci teniamo lontani dalla parola potere, la vicinanza del Centro studi leopardiani e di Casa Leopardi al convento dei Cappuccini dice già di cinque secoli di storia che si andranno a concretizzare con una serie di eventi già programmati fino al 2028. Un percorso accademico ma anche popolare cadenzato di appuntamenti negli anni per riappropriarsi della storia dei Cappuccini, una lacuna che vorremmo colmare raccontando gli straordinari frutti. Un valore per una città, per una regione, per il territorio: non abbiamo un campo di azione specifico ma una universalità che tutte le volte ci fa ripensare il nostro cammino».
Frate Francesco Pettinelli, segretario delle missioni estere dei Cappuccini onlus: «il 6,7 e 8 giugno prossimi faremo un festival missionario, siamo arrivati alla edizione numero 36, da tanti anni lavoriamo per le missioni in Africa, per la popolazione più povera. Faremo il convegno non a Montemorello come al solito ma in piazza grazie al sindaco: la nostra esperienza di carità non la facciamo da soli, si fa insieme, siamo fratelli, arrivare ai bisognosi è una cosa bella, siamo innamorati degli uomini che hanno bisogno e dove ce ne sono noi ci vogliamo essere». Il sindaco di Recanati Emanuele Pepa «prima di fare il sindaco non conoscevo i Cappuccini, ho potuto conoscere tanta bontà, tanta allegria: un sorriso aiuta. è importante condividere un momento di festa con valori di carità e di solidarietà con le persone, dobbiamo credere e investire sui giovani premiando il loro impegno».
L’assessore comunale Ettore Pelati: «è sempre bello ritrovarsi al Centro studi per condividere riflessioni importanti con una comunità come quella dei Cappuccini che si è spesa molto e bene per la comunità recanatese in questi secoli, una missione estera ma anche verso questo popolo, vogliamo riflettere su quello che potremo fare in futuro con la città e per la città».
La prof di Unimc Letizia Pellegrini ha portato il saluto del rettore John McCourt e ha aggiunto: «quando il territorio chiama, l’università deve rispondere, è uno scambio fondamentale: trasferire, mediare e mettere a disposizione è operazione molto feconda, abbiamo aderito con entusiasmo a questo progetto dei Cappuccini, li fiancheggiamo in questa miniera di iniziative. Come storica del cristianesimo propongo alcune riflessioni: il linguaggio corso qui dentro finora è amicizia, amore per l’uomo. Oggi viviamo in pace ma viviamo l’incubo vicino a noi. Mi stupisce vedere quanti fili si possono annodare attorno alla passione: tutti hanno punti di vista diversi ma prima o poi si intrecciano, così anche Recanati, Leopardi e i Cappuccini. Dobbiamo mettere in luce quello che di vivo abbiamo sotto gli occhi».
Parte la relazione di frate Fabio Furiasse, direttore dell’archivio dei frati cappuccini delle Marche: «Entrare in questi luoghi sacri, diversi dalle chiese, ha un qualcosa di emozionante. Nel 1528 i frati marchigiani ottengono qualcosa di. molto importante da Papa Clemente settimo, nasce il movimento di riforma all’interno dell’ordine francescano per tornare alle fonti della vocazione cristiana, il ritorno al vangelo. I Cappuccini hanno fatto tanto per Recanati, animano una fratellanza dal basso». Frate Fabio ricorda i passaggi della storia secolare recanatese e aggiunge: «Come recanatese ho avuto una passione particolare alla ricerca dei documenti. C’è da secolo un rapporto tra la famiglia Leopardi e i Cappuccini. Tra le note curiose il fatto che il terreno su cui è sorto il primo convento apparteneva a Leopardi. Sotto il governo napoleonico quando il convento fu confiscato e i frati furono rimandati a casa, tutti gli oggetti di valore furono consegnati dai frati a Monaldo Leopardi perchè li custodisse».
Secoli di storia, un convegno di approfondimento venerdì scorso al Cnsl e a giugno una festa in piazza per sintonizzarsi sui valori che animano l’azione dei Cappuccini.
