Nel cuore del centro storico, un tempo animato da negozi, botteghe e passanti, oggi domina un’immagine desolante: serrande abbassate da anni, vetrine impolverate e locali in evidente stato di abbandono. Una scena che racconta di una crisi profonda del commercio di prossimità, messo in difficoltà da affitti troppo elevati, dalla concorrenza dei grandi centri commerciali e da un cambiamento radicale nelle abitudini di consumo.
Alla sofferenza economica si somma ora una questione estetica e civile. La presenza crescente di immobili sfitti e trascurati alimenta una percezione di degrado urbano che rischia di allontanare sia i residenti che i visitatori, indebolendo il tessuto sociale e culturale della città.
Basta una passeggiata dal quartiere Duomo fino a Montemorello, dove si trova casa Leopardi, per rendersi conto dell’entità del fenomeno: qualcuno ha contato circa settanta locali inutilizzati, molti dei quali concentrati lungo Corso Persiani, arteria principale del centro storico. Non mancano però segnali di resistenza: negli ultimi anni alcuni commercianti, animati da spirito d’iniziativa e determinazione, hanno deciso di aprire nuove attività, provando a invertire la rotta.
Intanto cresce la pressione da parte di cittadini e comitati di quartiere, che chiedono all’amministrazione comunale un intervento deciso. “È ora che il Comune emetta un’ordinanza che obblighi i proprietari a mantenere decorosi i locali, anche se vuoti”, afferma una residente. “Pulizia, rimozione dei rifiuti, cura delle vetrine: sono piccoli gesti che possono fare la differenza”.
Proposte simili hanno già trovato applicazione in altre città italiane, dove sindaci e assessori hanno adottato misure per contrastare il degrado, arrivando in alcuni casi a incentivare l’uso temporaneo degli spazi sfitti da parte di associazioni culturali o start-up.
Anche a Recanati, un’iniziativa in questa direzione potrebbe rappresentare un primo passo verso la riqualificazione del centro. “Non si tratta di punire i proprietari – sottolinea ancora la residente – ma di renderli partecipi di un impegno collettivo. Se possiedi un locale in una zona strategica, è giusto che tu contribuisca al decoro urbano, anche se non è in attività”.
Resta, però, una domanda aperta e cruciale: come restituire vitalità ai centri storici ed evitare che si svuotino del tutto? Forse la risposta passa proprio da qui, dalla cura di ogni spazio, anche di quelli che oggi sembrano dimenticati.