nota A.N.P.I. Sez. Recanati
Martedì 1° luglio, 81° anniversario della liberazione di Recanati, l’Anpi e l’Istituto storico della Resistenza e dell’età Contemporanea di Macerata presenteranno presso il locali di AltraEco, in via Campo dei fiori (Villa Colloredo), alle ore 18.00 , il volume :
Chiedilo alla Libertà. Storia delle Bande partigiane nelle Marche, di Roberto Lucioli e Simone Massaccesi.
Alla presenza degli autori, si parlerà del ricchissimo sistema di bande partigiane, gli autori ne censiscono 82, che operarono sui nostri territori dall’8 settembre 1943 al settembre 1944, quando il processo di liberazione delle Marche fu completato.
In particolare, 12 di queste sono descritte approfonditamente, scegliendole tra quelle in grado di meglio rappresentare le varie tipologie dei gruppi marchigiani, sia per caratteristiche costitutive che per area geografica di operatività. La scelta è caduta in particolare su gruppi a cui non sono stati dedicati precedenti studi storici specifici. Il libro non esita a scavare nelle pieghe, anche controverse e contraddittorie, di queste bande. Negli eroismi e nelle miserie che caratterizzarono un movimento spontaneo e frammentato, che in pochi mesi dovette organizzarsi e costruire forme di aggregazione funzionali a dispetto della diversa provenienza, dell’età, del credo politico e spesso della nazionalità dei componenti le bande. Dove l’organizzazione falliva, seguiva la morte perché le forze fasciste e naziste non erano certo inclini al perdono.
Recita la quarta di copertina del libro: “La maggioranza di coloro che aderiscono alla Resistenza sono mossi da un istinto ribellistico che va poco oltre il generico rifiuto del risorgente fascismo repubblicano e delle sue velleità. Se si tiene conto di ciò, diventa ancora più chiaro il valore inestimabile dell’esperienza partigiana, forse addirittura superiore al suo pur importante contributo militare, nell’alfabetizzare tantissimi giovani digiuni di politica, spogliandoli delle scorie tossiche della dittatura e fornendo loro i rudimenti della cultura democratica. E si comprende meglio anche il ruolo di quegli uomini che immediatamente si assunsero sulle spalle l’onere gravoso di animare una guerra parallela, pur in assenza di una realistica prospettiva di vittoria, almeno nel tempo breve, coniugando convinzioni ideali, preparazione militare e grandi dosi di coraggio.”