Le ciclabili sono a tratti inesistenti, interrotte o pericolosamente promiscue col traffico automobilistico. Non esiste alcuna strategia organica, né una promozione seria della mobilità alternativa. Eppure, la FIAB ci premia. Perché?
Qui arriva il vero nodo. Basta consultare il sito ufficiale della FIAB per scoprire che il referente nazionale del progetto “Comuni Ciclabili” è Alessandro Tursi, lo stesso professionista incaricato con determina comunale n. 1721 del 28/12/2022 per la redazione del Biciplan di Porto Recanati. Insomma: la stessa persona che valuta il Comune è anche pagata dal Comune per scrivere il piano sulla base del quale viene valutato. Un incrocio di ruoli talmente lampante da lasciare poco spazio all’immaginazione.
Altro che trasparenza. Qui siamo di fronte a una messa in scena istituzionale, dove il bollino giallo non certifica buone pratiche, ma buoni rapporti.
Chi amministra oggi la città si affretta a sventolare premi e riconoscimenti, ma evita accuratamente il confronto sui dati reali. Non si risponde ai cittadini, si cerca solo di imbonirli.
Non ci prendiamo in giro: una bandiera non cambia la realtà, così come un cartello “zona 30” non protegge nessuno senza controlli, infrastrutture e volontà politica.
A questo punto, oltre a citare Andreotti, come ha fatto Di Martino al quale va dato atto di aver sollevato il caso, ricorre una massima ancora più attuale:
“Non è importante quello che si dice, ma chi lo dice… e a chi conviene.”
E in questo caso è chiaro a chi sta convenendo tutta questa messinscena. Che fine hanno fatto i buoni propositi di questa giunta tanto sbandierati in campagna elettorale dove si inneggiava alla buona amministrazione.
Ora però basta. Chi ha deciso questa premiazione, venga a spiegarla pubblicamente. E se non può farlo, abbia almeno il pudore di tacere.