Tre settimane appena separano i marchigiani dalle urne per le regionali, ma a Recanati il clima si scalda per tutt’altro motivo: i bollettini della tassa sui passi carrabili, arrivati in questi giorni nelle case dei cittadini. Un’imposta che da anni non veniva più riscossa e che ora torna a farsi sentire, con importi che variano tra i 30 e i 50 euro annui.
La reazione non si è fatta attendere. “Anche uscire di casa sta diventando un lusso”, scrive qualcuno, mentre altri si chiedono se non fosse stato più opportuno comunicare – ad esempio – l’apertura del bando per gli alloggi popolari che strada inspiegabilmente ad uscire. Perché?
Dal Comune la linea è netta: non si tratta di una scelta politica, ma di un adempimento imposto dalla legge. Il canone patrimoniale per i passi carrabili è disciplinato dal Codice della Strada e regolato a livello nazionale. Abaco, la società incaricata della gestione, ha concluso un censimento che ha aggiornato la banca dati comunale, ferma da anni. In realtà, fanno notare dagli uffici, il tributo veniva regolarmente riscosso fino a qualche tempo fa e in Comuni vicini, come Porto Recanati, non ha mai smesso di essere applicato.
Nonostante i chiarimenti, i malumori restano. C’è chi osserva che anche una cifra modesta pesa quando si somma ad altri aumenti già registrati negli ultimi mesi, e chi chiede in cambio un miglioramento dei servizi: strade curate, caditoie pulite, erba tagliata davanti al proprio passo carrabile.
Durissimo l’affondo del movimento Vivere Recanati: “Hanno calato il poker! Dopo l’aumento della bolletta dei rifiuti, dell’acqua e dei buoni mensa scolastica, arriva la tassa sui passi carrabili e sull’occupazione di suolo pubblico. Un bel cambio di prospettiva: tre aumenti e una nuova tassa”. L’opposizione – con i consiglieri Fiordomo, Lorenzetti e Miccini – ha già chiesto documenti agli uffici e invita i cittadini a inviare bollettini e segnalazioni.