A una settimana dall’addio del direttore generale Giulietti, salta anche la presidenza.
Non c’è pace in casa Recanatese. Dopo le dimissioni del direttore generale Massimo Giulietti, arrivate appena sette giorni fa, ieri sera è stato il turno del presidente Daniele Maria Angelini, che ha ufficializzato la propria uscita al termine di un teso Consiglio di amministrazione convocato per chiarire le ultime vicende interne alla società giallorossa.
La riunione era stata fissata dopo il vivace diverbio esploso al termine della gara con l’Unipomezia, che aveva coinvolto lo stesso Angelini, il co-vicepresidente Angelo Camilletti e il direttore tecnico José Cianni. Uno scontro verbale che, a quanto pare, ha solo reso esplicite fratture già profonde all’interno del club.
Angelini, presente alla riunione (a differenza dell’ultima volta), ha preso atto dell’impossibilità di ricomporre i contrasti con gli altri membri del direttivo, ormai divisi da divergenze considerate insanabili. Da qui la decisione di lasciare, a meno di quarantotto ore dal delicato match di campionato contro il Castelfidardo (domani, ore 14.30, allo stadio Tubaldi).
Le tensioni non sarebbero esplose all’improvviso. Nella sua lettera di dimissioni, lo stesso Giulietti aveva parlato di contrasti maturati da settimane, se non da mesi, su questioni chiave come la gestione del mercato, la scelta dell’allenatore e — come spesso accade — la distribuzione delle risorse economiche e dei “contributi concreti” dei soci.
Il clima si è ulteriormente deteriorato con i risultati deludenti in campo: sei sconfitte consecutive hanno minato il morale e acceso le polemiche. L’ambiente, già teso, è così esploso dopo la trasferta di Pomezia, che può essere indicata come punto di rottura definitivo tra lo “straniero” Angelini e lo storico gruppo dirigente recanatese, composto in gran parte da imprenditori locali.
In mezzo alla tempesta societaria, resta ora da capire quale sarà il destino della squadra. L’allenatore Mirko Savini dovrà essere bravo a proteggere lo spogliatoio e a motivare un gruppo scosso, mentre la panchina stessa vacilla. La sfida col Castelfidardo diventa così una gara spartiacque, non solo per la classifica ma anche per la tenuta dell’ambiente.
Intanto, resta da capire se gli attuali soci vorranno proseguire da soli o se si aprirà la strada a nuovi ingressi per tentare di rimettere in carreggiata una stagione che, tra sconfitte e dimissioni, sembra già da tempo fuori controllo.



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Ciao.