Quando il senso civico viene meno, arrivano i divieti. È quanto ha deciso l’amministrazione comunale di Recanati, che ha posto un freno all’ingresso dei cani nel cimitero civico così come, d’altra parte, previsto dal regolamento cimiteriale.
La misura si è resa necessaria dopo le numerose segnalazioni dei cittadini, che lamentavano la presenza di escrementi e forti odori di urina in prossimità delle tombe dei propri cari. Nonostante alcuni padroni abbiano sempre rispettato le regole, altri — pur entrando con il cane al guinzaglio — non si sono preoccupati di mantenere il decoro e la pulizia del camposanto. Per questo, all’ingresso del cimitero è stato installato un cartello di divieto, con la sagoma di un cane sbarrata e la scritta: «Io non posso entrare». Resta ora da vedere se il provvedimento contribuirà a ripristinare il rispetto e la dignità del luogo.
Sui social, intanto, si è scatenato il dibattito fra i favorevoli al provvedimento e chi, invece, critica la scelta.
La vicenda di Recanati si inserisce in un più ampio dibattito italiano su come conciliare il rispetto dei luoghi della memoria con la realtà sempre più diffusa degli animali d’affezione. I provvedimenti comunali oscillano tra divieti assoluti e aperture regolamentate.


