Il Punto di Primo Intervento di Recanati continua a rappresentare un presidio sanitario fondamentale per la cittadinanza, con numeri in crescita e un ruolo centrale nella rete dei servizi territoriali, nonostante criticità e incertezze sul futuro. Nel 2025 gli accessi hanno raggiunto quota 7.600, circa 600 in più rispetto al 2024: un dato significativo, soprattutto alla luce della riorganizzazione avviata con l’apertura del Punto Salute, operativo da maggio dello scorso anno.
L’aumento assume un peso ancora maggiore se si considera che, dal 2025, le medicazioni non vengono più conteggiate tra gli accessi al PPI, essendo state trasferite tra le competenze del Punto Salute. Nonostante questa “scrematura”, il numero degli ingressi è comunque cresciuto, segno di una domanda di assistenza sul territorio che resta elevata.
Tra il personale sanitario, tuttavia, serpeggia una crescente preoccupazione per la possibile chiusura notturna del servizio, con la sostituzione del PPI con un’ambulanza medicalizzata. Un rischio concreto: in diverse realtà regionali, infatti, la riorganizzazione dei Punti di Primo Intervento limitati alla fascia diurna è già una realtà. Va anche detto che nelle ore notturne l’attività del PPI recanatese risulta fortemente ridotta, mentre i costi per garantire la copertura completa dei turni restano molto elevati. Una valutazione complessa, in cui la sostenibilità economica rischia di prevalere sulla percezione di sicurezza della popolazione.
Il tema era già emerso con forza lo scorso anno, quando il Comitato “Salviamo il Punto di Primo Intervento”, affiancato dall’assessore comunale alla sanità Maurizio Paoletti, aveva lanciato l’allarme chiedendo potenziamenti e garanzie sulla continuità del servizio. Per amministratori e operatori sanitari, il mantenimento del PPI rientra tra i servizi indispensabili per riportare nei presidi ospedalieri riconvertiti – come quello di Recanati – funzioni di assistenza di prossimità capaci di alleggerire la pressione sugli ospedali maggiori, oggi spesso congestionati anche da codici bianchi e verdi.

Una riflessione che coinvolge direttamente anche i medici di medicina generale. Il coordinatore dei MMG, Daniele Massaccesi, sottolinea la necessità di “rivedere le regole e restituire al medico di base il suo vero ruolo”.
«Il primo controllo deve essere fatto nell’ambulatorio del medico di medicina generale, non in pronto soccorso – afferma – ma per farlo servono strumenti adeguati: un’ecografia eseguibile subito, una visita chirurgica urgente garantita, un elettrocardiogramma immediato. Solo così posso capire qual è la scelta migliore per il mio paziente».

