Una vicenda giudiziaria iniziata nel 1995 con un ricorso al TAR Marche si è trasformata in un caso emblematico di tenacia amministrativa. Protagonisti: l’ex comandante della Polizia Municipale di Recanati, Giancarlo Fontanella, e il Comune.
Tutto ha avuto origine quando Fontanella contestò l’inquadramento nell’8ª qualifica anziché in quella dirigenziale, stabilito nella dotazione organica approvata nel 1995. Dopo otto anni di attesa, nel 2003 il TAR Marche gli diede ragione, costringendo il Comune a versargli oltre 22mila euro di differenze salariali più interessi.
La situazione si ribaltò nel 2012, quando il Consiglio di Stato annullò il precedente verdetto, riconoscendo l’erroneità dell’inquadramento contrattuale e imponendo al dipendente di restituire le somme percepite. Da quel momento è iniziata una nuova fase del conflitto, con Fontanella che si è opposto al decreto ingiuntivo emesso dal Comune.
Nel corso degli anni, il caso è passato da un tribunale all’altro: prima al Tribunale del Lavoro di Macerata, poi alla Corte d’Appello di Ancona e infine alla Corte di Cassazione, che nel 2023 ha dichiarato inammissibile il ricorso dell’ex comandante.
Nonostante le sentenze a suo sfavore, Fontanella non ha mai restituito volontariamente quanto dovuto. Il Comune ha quindi avviato una procedura esecutiva immobiliare che, nel maggio 2024, ha portato alla vendita di un immobile del debitore, permettendo di recuperare parte del credito residuo. Tuttavia, il debito complessivo, lievitato a quasi 82mila euro con le spese legali, non è stato completamente saldato. Rimane infatti una somma di 42.752,53 euro.
Per recuperare il resto, l’Amministrazione comunale ha deciso di procedere con azioni esecutive mobiliari e ipoteche sui beni del debitore, affidando nuovamente il mandato legale all’avvocato Sara Sagni. Il compenso per questa nuova fase è stato fissato in 5.400,16 euro lordi.
La lunga disputa giudiziaria rappresenta un esempio di determinazione amministrativa. Il Comune di Recanati, infatti, non ha mai rinunciato a far valere i propri diritti patrimoniali, portando avanti le proprie ragioni fino all’ultimo grado di giudizio per tutelare le casse pubbliche.
2 commenti
Semplice gli si toglie un quinto della pensione fino al saldo definitivo con gli interessi…ovviamente!
ma era veramente il comandante dei vigili urbani? da come si è comportato… poveri noi.. allora!!