Allevatori, agricoltori e attivisti si sono dati appuntamento al Salone del Popolo di Recanati per denunciare la proliferazione incontrollata del lupo, oggi considerato da molti un problema sociale prima ancora che ambientale. “Dopo il cinghiale, anche il lupo è sfuggito di mano”, è stato detto durante l’incontro promosso dal Comitato Emergenza Lupo. Un agricoltore recanatese ha mostrato una foto, scattata pochi giorni prima in località Tre Coste, dove si vedono quattro lupi attraversare un podere alle porte della città.
“Il lupo arriva ormai fin dentro i centri abitati, ha denunciato Marco Bruni, presidente del Comitato di Arezzo. Solo nella nostra provincia ne abbiamo più che nel parco di Yellowstone”. Bruni ha raccontato anche la propria esperienza personale: “Avevo messo quattro pecore per tenere pulito un terreno, e in pochi giorni tre sono state sbranate. Ho messo recinzioni, cani da guardiania, ma non basta: i lupi tornano, attaccano, uccidono”.
Sono intervenuti anche Antonio Giri, titolare di un’asineria con agricoltura sociale, Gaetano Raviello, autore del libro “Lupi e pastori, una storia diversa”, Andrea Busetto Vicari, agricoltore indipendente, e Michele Corti, presidente dell’associazione nazionale per la tutela dell’ambiente e della vita rurale, che ha tratto le conclusioni dell’incontro. I promotori chiedono deroghe alla Direttiva Habitat per consentire il contenimento del lupo anche in Italia, come già avviene in altri Paesi europei. “Non si tratta di essere contro gli animali – hanno ribadito – ma di difendere persone, famiglie e un’economia rurale sempre più abbandonata a sé stessa”.