nota della maggioranza Consiliare di Fratelli d’Italia Recanati
Abbiamo letto con molta attenzione la mozione, presentata in Consiglio comunale dalla sinistra recanatese per rilanciare gli appelli del gruppo “Saturdays for Palestine”, e abbiamo deciso di votare contro questa mozione.
Certamente non siamo contenti né sosteniamo quello che è avvenuto e sta avvenendo in Palestina, frutto di un conflitto che prosegue ormai da troppo tempo e che ora vede una piccola scintilla di “pace” tutt’altro che garantita. Tuttavia, crediamo che non sia certo un Comune a dover garantire la cultura di pace in Medio Oriente, tantomeno ci risulta che vi siano relazioni con soggetti coinvolti nel conflitto attualmente. Un Comune dovrebbe piuttosto occuparsi delle esigenze concrete dei cittadini, talvolta sembra che parte dell’opposizione sia invece intenta a ragionare di temi ideologici, non certo privi di importanza o secondari ma di cui Recanati non ha competenza.
Le competenze su questo tema (aggiungiamo per fortuna, data la delicatezza) sono soprattutto del Governo nazionale, che si è impegnato a più riprese per garantire, nei limiti del possibile in una zona di conflitto, un sostegno alla popolazione palestinese. Pensiamo all’iniziativa Food for Gaza con più di 2.000 tonnellate di aiuti alimentari recapitati tramite Croce Rossa, l’operazione “Solidarity Path Operation 2” con 100 tonnellate di aiuti lanciati da aereo per recapitarli in aree non raggiungibili via terra, le evacuazioni sanitarie, i 35 milioni di euro stanziati già nel 2024, la nave ospedale “Vulcano” nel porto di El-Arish per curare e stabilizzare pazienti provenienti da Gaza.
Va inoltre detto che è chiaro che non ci potrà essere mai una pace giusta finché le legittime rivendicazioni palestinesi verranno sostenute da Hamas, un movimento terroristico che, a distanza di due anni, non ha ancora restituito tutte le salme degli ostaggi massacrati nel corso del 7 ottobre 2023 e che sta massacrando i dissidenti tra la popolazione di Gaza. La strada della pace si sta lentamente percorrendo grazie all’impegno dei governi occidentali e degli appelli del card. Pizzaballa, che ha da sempre ribadito come non si possa essere neutrali ma nemmeno parte dello scontro, chiedendo piuttosto la fine della guerra e la liberazione di ostaggi e detenuti, per scrivere insieme un percorso di pace.
Questa mozione, il cui intento può certamente essere nobile, rischia invece di essere vittima di una strumentalizzazione politica, rischia di rendere la nostra comunità “parte dello scontro”. Voteremo dunque in modo contrario, confidando comunque che il percorso di pacificazione e ricostruzione del Medio Oriente avverrà all’insegna del rispetto, del riconoscimento della legittimità dei popoli che lì vivono e di una soluzione “due popoli, due stati” che veda la presenza di due democrazie, libere da estremismi e movimenti terroristici.
Questo quanto dichiara la maggioranza Consiliare di Fratelli d’Italia Recanati



3 commenti
D’altronde “potrò fare quello che me pare”?
Siete sempre i soliti ipocriti, sapete solo saltare e canticchiare, ridicoli!!!
Purtroppo, più che una spiegazione, sembra un tentativo goffo di riscrivere la realtà.
I Comuni non hanno competenza in politica estera?
Peccato che decine e decine di Comuni italiani guidati dal centrodestra abbiano approvato mozioni quasi identiche (o addirittura più esplicite) negli ultimi 12 mesi.
La mozione “rischia di rendere Recanati parte dello scontro”?
Strano. Le mozioni approvate dai vostri colleghi di centrodestra chiedevano esattamente le stesse cose. Come mai per loro non era “parteggiare” e per Recanati sì? Forse perché a proporla era l’opposizione?
Gli aiuti del Governo italiano
Nessuno nega l’impegno italiano (Food for Gaza, nave Vulcano, ecc.). Ma dire che questo rende superflua una presa di posizione locale è come dire che, siccome lo Stato manda i pompieri, i Comuni non devono più condannare gli incendi dolosi. Gli aiuti umanitari non cancellano il dovere morale di chiedere la fine dei bombardamenti su scuole e ospedali.
Ultimo, ma non ultimo: l’atteggiamento
Sentire un primo cittadino rispondere (come riportato da molti) “potrò fare come me pare” a una richiesta di spiegazioni è un’immagine desolante delle istituzioni. Un sindaco non è il padrone del Comune: è un amministratore pubblico che deve motivare le proprie scelte, soprattutto quando si discosta platealmente da ciò che fanno decine di colleghi dello stesso colore politico in tutta Italia.
Recanati merita ben altro. Rifiutarsi di dire una parola chiara contro la morte di decine di migliaia di civili (tra cui oltre 17.000 bambini, dato ONU) per calcolo politico o per “non fare un favore alla sinistra” è una scelta che rimane sulla coscienza di chi l’ha compiuta. Oppure si tratta di inadeguatezza, allora sarebbero gradite le dimissioni.
Con rispetto, ma con fermezza:
la storia non ricorderà chi aveva la “competenza”, ricorderà chi ha avuto il coraggio di dire “basta” quando era il momento.