Questa sera è stata scritta, a nostro malincuore, una pagina brutta della politica recanatese.
Abbiamo visto il Consigliere Bravi, leader dell’opposizione, dare in escandescenze per il solo fatto di essere stato richiamato a stare nei tempi del dibattito sull’intitolazione di una via a Sergio Ramelli in Commissione. Un dibattito a cui è stato fatto partecipare nonostante non sia componente della Commissione Cultura, proprio mossi da quegli ideali di Libertà e Democrazia incarnati da Ramelli. Richiamato all’ordine ha dapprima gridato che quella era una prassi del passato, che la prassi è più importante dei regolamenti, il tutto apostrofando con un “quella” la nostra Consigliera Marzioli, alla faccia del femminismo tanto sbandierato.
Pronti via, pochi minuti dopo assistiamo a una richiesta molto precisa del Consigliere Fiordomo, non presente in Commissione, chiedendo come mai la convocazione della stessa sia avvenuta “con urgenza”: un’urgenza che esiste nell’atto, a causa di un refuso nella redazione, ma non nella realtà dato che è stata convocata con ben 6 giorni di preavviso. Nonostante le risposte chiare, Fiordomo ha proseguito facendosi beffe del Presidente del Consiglio, chiamando l’opposizione ad uscire dall’aula, perché evidentemente per lui i regolamenti contano più della prassi, ricomponendo le gerarchie di una volta in cui il leader della Sinistra era proprio Fiordomo, con Bravi fido scudiero.
L’opposizione ha quindi raccolto la proposta e ha lasciato l’aula, in un clima di sbigottimento generale.
Ci dispiace, non è questo il modo di fare politica: negli anni abbiamo accettato che si parlasse di tessere comprate, che si votasse contro mozioni perché “superate”, che garantissimo il numero legale nonostante le divisioni della maggioranza, che si ricevessero sfottò dai vincitori ai vinti. Mai e poi mai ci siamo alzati per abbandonare l’aula regina della politica cittadina.
Dispiace per quei consiglieri di opposizione che mossi da un sincero spirito civico forse sarebbero voluti rimanere, ma non si può accettare che si calpesti la democrazia e la libertà con questo nervosismo, un nervosismo che peraltro non ha risparmiato né le istituzioni, né inermi ragazzi della Banda civica come mostrato nelle celebrazioni per la Festa della Liberazione.
Dispiace aver assistito a un’ennesima sceneggiata di un’opposizione vuota e livorosa.
6 commenti
Ramelli, un fascista, ideali di democrazia e libertà? fratellini d’itaglia, siete ridicoli. Meglio lasciare i banchi dell’opposizione vuoti piuttosto che avere il nulla nel cervello!
Il duo Bravi-Fiordomo aveva già dato abbondante prova della sua modesta qualità.
In gni caso, risulta più che calzante il pensiero di Gonzalo Fernández de Córdoba: a nemico che fugge, ponti d’oro!
Volevate cambiare il mondo, vi siete ridotti a cambiare il nome ad una via. Dopo un anno, il nulla!
Figuracce a non finire !!!!!!!!
Stanno emergendo particolari sconcertanti sulla manifestazione fascista di ieri sera a Milano per Sergio Ramelli.
Non solo 2000 fascisti sono stati lasciati liberi di fare il “presente” con tanto di saluto romano come se fossimo nel 1925.
Ma addirittura – come scrive Matteo Pucciarelli su “Repubblica” – nella notte un residente di via Paladini ha tentato di staccare i manifesti (abusivi) dei fascisti perché non sopportava (giustamente) che il suo palazzo fosse imbrattato in questo modo.
Sapete com’è finita?
Il residente è stato fermato e identificato (come la fornaia di Ascoli) da due agenti della polizia, che a loro volta hanno chiamato altri due agenti della Digos per – testuale – “vigilare che nessuno li stacchi”.
Nel Paese al contrario 2000 fascisti sono liberi di inneggiare indisturbati al fascismo, addirittura protetti e scortati dalle forze dell’ordine.
Mentre, se un cittadino si ribella, viene fermato e gli vengono chiesti i documenti, come se fosse un eversivo, un sospetto, uno pericoloso.
Presidente Meloni, ministro Piantedosi, mi rivolgo a voi.
Se non avete il coraggio di identificare duemila fascisti, identificate noi, milioni di antifascisti. Perché non staremo più in silenzio.
Identificateci tutti!
L’amministrazione di questa città sta facendo una figura meschina.
W l’Italia antifascista e che nel 2025 ci sia ancora bisogno di gridarlo è veramente allarmante. Noi comuni cittadini, al domani delle manifestazioni a cui abbiamo
Assistito nei giorni scorsi, di saluti romani e parole d’odio e violenza (striscione contro la fornaia, le parole contro la
Senatrice Segre), che cosa dovremmo
Pensare se non che siamo in pessime mani? Non avete cambiato nessuna delle cose che non andavano, ma pensate di cambiare il
Nome ad una via per far dispetto a chi? Ai nemici di sinistra? Ma via,. A loro date solo il pretesto per continuare questo balletto a suon di pugni chiusi e
Braccia tese, e a noi che non siamo ne di qua ne di là che cosa resta? Solo l’amaro in bocca. Ha fatto bene la
Minoranza a lasciare il
Consiglio. Da Simonacci mi aspettavo di più… voleva essere sindaco… ma
Sindaco come? E di chi? Forse puntava ad essere un podestà.