Brutta avventura per Arianna Smorlesi e la sua amata bassotta Lola. La donna, un tempo residente a Recanati dove gestiva un negozio di abbigliamento per bambini, ora risiede a Potenza Picena nella zona dietro l’Hotel Torresi. La sua cagnolina, una bassotta, ha rischiato la vita dopo aver ingerito una polpetta di carne avvelenata con metaldeide, una sostanza utilizzata come veleno per lumache. L’esca era stata gettata nel giardino del condominio dove Arianna si è trasferita da poco.
Solo una corsa disperata dal veterinario ha evitato il peggio. L’animale ora è salvo, ma resta sotto osservazione.
A denunciare l’accaduto è stata la stessa Arianna attraverso un post sui social, corredato da una foto delle polpette rinvenute. Il messaggio ha subito suscitato indignazione e allarme tra i cittadini.
«Questa è una polpetta di carne contenente veleno ritrovata nel giardino di casa mia – ha scritto –. La mia bassotta l’ha mangiata, ma grazie a Dio siamo riusciti a salvarla. Ora è in osservazione. Chi ha fatto questo è un essere ignobile».
Arianna racconta di avere avuto in passato alcune tensioni con i vicini, legate all’abbaiare dei suoi tre cani, tutti di piccola taglia. «Appena mi sono trasferita, ho trovato dei biglietti anonimi sulla porta – riferisce –. Poi sono arrivati anche i vigili, ma non hanno rilevato nulla di irregolare. I cani si erano calmati, ma sabato, mentre ero a fare la spesa, forse qualcosa li ha agitati e hanno abbaiato. Domenica mattina la mia bassotta è rientrata con la bocca blu e rossastra. In giardino ho trovato tre polpette di carne cruda: contenevano veleno per lumache, quello blu che si usa negli orti. Il veterinario lo ha confermato».
L’episodio è stato prontamente segnalato alle autorità. «Ho recuperato un campione – prosegue – e oggi presenterò denuncia ai carabinieri di Potenza Picena. Il veterinario effettuerà a sua volta una segnalazione all’Asur e al sindaco. Intanto ho salvato la mia cagnolina per un soffio».
Sull’episodio indagano ora le forze dell’ordine, mentre Arianna è determinata ad andare fino in fondo. «Ho conservato tutto: le immagini delle telecamere, le esche. Non voglio fare accuse senza prove, ma chi ha messo quelle polpette deve pagare».