A un anno dall’alluvione che sommerse la zona tra Loreto e Porto Recanati, in località Grotte, le ferite sono ancora aperte. I ristori per i residenti colpiti non sono mai arrivati e oggi a preoccupare è un terreno chiave per la sicurezza idraulica dell’area, finito all’asta con destinazione commerciale-ricettiva.

Il Comitato Alluvione Marche lancia l’allarme: il lotto in questione, individuato dalla Regione come sito ideale per una vasca di laminazione, rischia ora di essere trasformato in un nuovo centro commerciale, aumentando la vulnerabilità del territorio.

A denunciare la situazione è Andrea Pesaresi, portavoce del comitato, che sottolinea l’urgenza di un intervento immediato:

Quel terreno rappresenta una valvola di sfogo fondamentale per le acque piovane. La Regione, in diversi incontri successivi all’alluvione del 18 settembre 2024, aveva indicato l’area come idonea per una vasca di espansione e suggerito la sua trasformazione in zona non edificabile. Ora, invece, con l’asta in corso, rischiamo di perderla per sempre.”

Il lotto all’asta si trova in località Le Grotte ed è composto da 8.754 metri quadrati, di cui oltre 6.200 edificabili e più di 2.300 destinati a parcheggi pubblici. Si tratta di un’area inserita in un piano di lottizzazione che prevede destinazioni commerciali, ricettive e residenziali, e che si trova proprio a valle del McDonald’s, dove secondo il progetto originario doveva sorgere la vasca di contenimento.

“La proposta della Regione – continua Pesaresi – prevedeva l’ampliamento della vasca esistente, estendendola verso nord per creare un unico grande invaso, e la realizzazione di un secondo bacino tra la Statale, via Borsellino e via Falcone. Ma nel frattempo, tutto è rimasto fermo e l’area è ora in vendita.”

A confermare le criticità è anche il geologo Massimo Carnevali, incaricato da un privato danneggiato dall’alluvione di eseguire uno studio tecnico.

“In quell’area i fenomeni idraulici si ripetono con una frequenza preoccupante. Già un anno fa era stato proposto un bacino da 80mila metri cubi a monte del McDonald’s, ma non è sufficiente. Servono interventi più ampi, sia a monte che a valle, e una manutenzione costante.”

Il timore, condiviso anche dagli esperti, è che la costruzione di nuove strutture commerciali su quel terreno comprometta definitivamente la possibilità di realizzare infrastrutture di prevenzione efficaci, rendendo la zona ancora più esposta a futuri eventi alluvionali.

La situazione è aggravata anche dai ritardi nei ristori, che a dodici mesi dal disastro non sono ancora arrivati nelle tasche degli alluvionati. “Ci sentiamo abbandonati – conclude Pesaresi –. L’autunno è iniziato, le piogge sono in arrivo, e non è stato fatto nulla né per risarcire chi ha subito danni, né per mettere in sicurezza il territorio. Serve un intervento urgente della Regione prima che sia troppo tardi.”

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