Ogni partita casalinga della Recanatese si trasforma in un piccolo paradosso urbano: strade deserte, parcheggi interdetti, deviazioni al traffico e pattuglie in servizio per garantire la sicurezza… di appena un centinaio di spettatori. Succede nel quartiere di Fonti San Lorenzo, dove lo stadio “Nicola Tubaldi” continua a essere gestito come se ospitasse sfide di Serie C, mentre oggi la squadra milita in Serie D.

«Ogni volta la stessa storia – scrive un residente, T.M. – ribadisco il fastidio e i disagi che ci crea il calcio. Oggi, partita di cartello, ci sono i soliti quattro gatti ad assistere. Noi del circondario continuiamo a subire disposizioni ingiuste, con le forze dell’ordine a vigilare sul nulla».

Le immagini che accompagnano la sua denuncia mostrano un quartiere svuotato: strade chiuse, transenne, parcheggi deserti. Tutto per una partita che richiama poche decine di tifosi e nessun rischio reale. «Divieti e blocchi inaccettabili – aggiunge il residente – per privilegiare 130 persone. Non è giusto: è Serie D, non il mondiale di calcio!».

La Recanatese, retrocessa due anni fa dalla Serie C, gioca ancora sotto un regime di sicurezza pensato per categorie superiori. Un apparato che molti abitanti giudicano ormai sproporzionato e anacronistico. «Il parcheggio riservato agli ospiti è sempre vuoto, ma noi siamo costretti a vivere come se si dovesse gestire una finale di Champions League», ironizza qualcuno.

La richiesta dei residenti è chiara: che le misure si adeguino alla realtà. Se il pubblico non c’è e i rischi sono minimi, quei divieti non solo appaiono inutili, ma anche offensivi verso chi nel quartiere vive tutto l’anno.

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6 commenti

  1. come le feste a villa colloredo. per l’interesse di un privato si cambia la circolazione di una città. quindi?

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