A Recanati, nel cuore del quartiere di Fonti San Lorenzo, un gesto controverso ha suscitato indignazione e polemiche. Sul campetto di basket, frequentato quotidianamente da bambine, bambini e ragazzi del quartiere, è comparsa una grande bandiera palestinese dipinta a terra.
L’area, pubblica e affidata in gestione tramite convenzione comunale all’associazione culturale Fonti San Lorenzo, è così diventata teatro di un’iniziativa che molti residenti giudicano inopportuna e politicamente schierata.

Non è la prima volta che il Centro finisce al centro delle polemiche. Lo scorso 14 ottobre, in occasione della partita di calcio tra Italia e Israele, aveva invitato pubblicamente a boicottare l’evento, accusando lo Stato ebraico di genocidio e contrapponendo alla visione della partita un incontro alternativo “solidale con gli oppressi”. Una posizione ideologica netta, che ha sollevato critiche anche allora, per la distanza evidente tra finalità culturali e militanza politica.

Questa volta, però, la protesta è arrivata direttamente dai cittadini. Un residente ha espresso pubblicamente il suo dissenso con parole chiare:

Un campo da gioco deve essere uno spazio neutro, dove i bambini imparano il rispetto e la collaborazione, non dove vengono esposti simboli politici o ideologici. Mischiare la politica con il gioco significa indottrinare i più piccoli, condizionare le loro menti con conflitti e schieramenti che non hanno nulla a che vedere con lo sport. Finché quella bandiera rimarrà dipinta, non porterò i miei figli a giocare in quel campo.”

Un richiamo al buon senso che trova eco in molti genitori e residenti del quartiere, per i quali lo sport e gli spazi pubblici dovrebbero restare luoghi di incontro, non di propaganda. L’uso di simboli politici in un’area destinata all’aggregazione giovanile rischia infatti di snaturarne la funzione e di creare divisioni là dove dovrebbe prevalere la condivisione.

Sul caso è intervenuto il Comune di Recanati, che ha convocato un vertice con amministratori e dirigenti per verificare la situazione. L’amministrazione ha annunciato di voler accertare l’eventuale violazione della convenzione di gestione ed, eventualmente, di disporre il ripristino dello stato originario dei luoghi, con la rimozione della pittura a carico dell’associazione responsabile.

Una decisione che riafferma un principio basilare: gli spazi pubblici appartengono a tutti e devono restare neutrali, liberi da simboli di parte e da messaggi politici che nulla hanno a che vedere con la crescita educativa e sportiva dei più giovani.

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