Una storia tanto insolita quanto significativa sul fronte previdenziale arriva dal territorio marchigiano: un uomo di 73 anni, lavoratore autonomo, ha scoperto solo di recente di non aver mai presentato la domanda per ottenere la pensione alla quale aveva diritto da anni. A ricostruire il caso è Federico Savoretti, sindacalista della Cisl, che ha seguito direttamente la pratica.

L’anziano – il cui nome non è stato reso pubblico – aveva versato contributi in tre diverse gestioni previdenziali, tra cui anche la cassa dell’Inpgi, l’ente dei giornalisti. Una situazione che può complicare le verifiche, ma che non giustifica un ritardo così lungo: il motivo, spiega Savoretti, è stato semplicemente «una mancata informazione». L’uomo non si era mai attivato per richiedere la pensione di vecchiaia, che per i lavoratori autonomi – a differenza dei dipendenti pubblici – non scatta automaticamente.

«A differenza della gestione pubblica, dove a 67 anni il lavoratore viene collocato d’ufficio a riposo, nel lavoro autonomo nessuno ti avvisa che hai maturato il diritto. Devi presentare la domanda», chiarisce Savoretti.

Come ha vissuto fino a 73 anni senza pensione?

L’uomo ha continuato a lavorare regolarmente come autonomo, senza rendersi conto di avere già i requisiti. Una circostanza rara, ma possibile: «Non esiste alcuna comunicazione automatica che ricordi al lavoratore autonomo di aver raggiunto l’età pensionabile», sottolinea il sindacalista.

La pratica e gli arretrati

Una volta rivolto alla Cisl, il pensionato ha potuto attivare il cosiddetto cumulo dei contributi, ossia la procedura che consente di unire i versamenti delle diverse gestioni per ottenere un’unica pensione. Ogni fondo ha calcolato la propria quota e l’Inps ha proceduto alla liquidazione.

La sorpresa più grande è arrivata al momento della definizione degli arretrati: l’uomo ha infatti ricevuto 124mila euro per gli anni in cui aveva maturato il diritto ma non aveva ancora presentato domanda.

«È un caso che dimostra l’importanza di rivolgersi ai patronati e informarsi per tempo», commenta Savoretti. «Il diritto alla pensione esiste solo se viene richiesto. E nei casi di lavoratori autonomi gli arretrati possono essere riconosciuti, a differenza di altre situazioni, purché non si opti per formule che non lo prevedono».

Ora percepisce una sola pensione

Nonostante i tre versamenti in gestioni diverse, l’uomo non riceverà tre assegni separati: «La pensione è unica», precisa Savoretti. Il cumulo, infatti, consente di ottenere un solo trattamento, calcolato sulla base dei contributi complessivi.

 

«È stato un vero lavoro di squadra – aggiunge Roberta Carnevali, Responsabile Territoriale INAS Macerata – Abbiamo messo in campo diverse professionalità per analizzare ogni scenario e arrivare a un risultato concreto e giusto per il cittadino. È questo il valore aggiunto del Patronato: un presidio di competenza, capace di trasformare la burocrazia in tutela reale». Il caso di Recanati dimostra quanto sia importante rivolgersi a professionisti qualificati, soprattutto per chi ha carriere discontinue o contributi in gestioni diverse. «Informarsi per tempo – conclude Carnevalipuò fare la differenza tra perdere un diritto e vederlo riconosciuto, anche dopo anni. Ricordo che il sistema patronati è a disposizione della cittadinanza anche per altre tematiche, tra cui invalidità civile, sostegno al reddito e tutela ed assistenza per infortuni e malattie professionali.»

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1 commento

  1. Sindacati complici di tante nefandezze dell’ INPS. Tacciono sui tanti insuccessi.
    Si fanno belli per un unico caso risolto . Ci hanno impiegato 5 ANNI!
    A lavorareeeeeeeeee!

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