A pochi giorni dall’approvazione, da parte della Giunta di Porto Recanati, dello stanziamento da 300 mila euro per la “messa in sicurezza mediante bonifica dei materiali contenenti amianto” sulla copertura del Capannone Nervi, si accende il dibattito sulle reali condizioni dell’area e sulle scelte dell’amministrazione. In una lunga video-intervista, l’ex responsabile della sicurezza del sito, Eliano Marangoni, parla del pericolo amianto non solo al Capannone nervi ma nella rimessa comunale e persino all’Hotel House
La somma di 300 mila euro — inserita integralmente nel bilancio 2025 e approvata con la variazione n. 22 e la delibera n. 255 del 27 novembre — riguarda la sola parte esterna della copertura. Una cifra che Marangoni paragona ai circa 100 mila euro spesi nel 2015 per l’incapsulamento completo dell’amianto, interno ed esterno, realizzato durante la precedente amministrazione. All’epoca, ricorda, non furono incaricati consulenti esterni: una scelta opposta a quella dell’attuale amministrazione, che oggi si avvale di ingegneri incaricati “per ribadire ciò che era già noto dieci anni fa”.
Alle perplessità sui costi si aggiungono quelle sugli 80 mila euro stanziati per la rimozione dei detriti e per lo scavo di 20 centimetri di terreno da smaltire come rifiuto contenente amianto. Per Marangoni si tratta di un intervento “sproporzionato”, che sposterebbe l’attenzione “dal tetto al sottosuolo”, dove potrebbero emergere contaminazioni storiche diverse dall’amianto. Un cambio di direzione che, secondo l’ex responsabile, potrebbe preludere alla demolizione del capannone, resa possibile da nuove indagini strutturali da 40 mila euro e dall’eventuale rimozione del vincolo della Soprintendenza. “Il percorso tecnico sembra già scritto: togliere il vincolo, dichiarare la struttura compromessa e poi intervenire sul terreno”, afferma.
Marangoni solleva infine dubbi sull’iter decisionale. Nel Consiglio comunale del 27 novembre sarebbe stato richiamato un comitato tecnico tenuto il 14 novembre, “al quale non sono stati invitati né opposizione né cittadini”, nonostante gli interventi vengano presentati come condivisi con la comunità.
La vicenda si interseca anche con un ulteriore capitolo: la presenza di materiali contenenti amianto all’Hotel House, tema su cui Marangoni anticipa una ricostruzione dettagliata delle condizioni attuali del palazzone multietnico.
