di Manuel Pierdominici
Al valico Guado Liscia di fronte a noi, in basso, c’è Agnone, che adagiato su un costone della montagna sullo sfondo mosso e verdeggiante del Sannio invita a percorrere i pochi km di strada favorevole che ci dividono dal comfort dell’albergo. Pochi metri dietro di noi gli sparuti tavolini del rifugio sotto tende agitate da un vento ormai gradevole suggeriscono di festeggiare con un birra fresca, ma alla nostra destra la strada sale dolcemente i pascoli di montagna e il cartello “Capracotta” solletica la curiosità e la voglia di allungare ancora un po’ l’avventura nella magia delle ore serali di un sabato d’estate.
Inutile dire che qualcuno non riuscirà a resistere a quel richiamo di sirene ma la maggior parte del gruppo di 30 ciclisti è invece già pago dei quasi 250 km della tappa e gira il manubrio verso l’albergo, capitolo finale di un giorno iniziato all’alba con la partenza da Sambucheto, la preghiera del ciclista, la benedizione di don Pawel.
La strada addormentata che scorre veloce verso la palla del sole che nasce è l’anteprima di una giornata di fuoco, i baristi alzano le saracinesche dei bar e le vampate di brioche appena sfornate sono il saluto dei tanti paesi che incontriamo lungo la SS16 mentre la percorriamo verso Sud nel silenzio concentrato di chi assapora e un po’ teme il viaggio appena iniziato.
Una lunga sosta per la colazione dà il via alla parte centrale della giornata, il vento caldo, il traffico caotico delle città rivierasche, le code ai semafori e l’infaticabile organizzatore Giuseppe Montenovo che appare di tanto in tanto a bordo strada accanto all’ammiraglia, oasi di acqua fresca, incoraggiamenti e segnalazioni utili.
Le ciclabili abruzzesi, il pezzo di architettura di Pescara e quella più selvaggia dei trabocchi catturano lo sguardo e il pensiero e ci fanno superare indenni il mezzogiorno fino alla prima sosta per il pranzo in bassa Val di Sangro, rispettando gli orari dell’attenta pianificazione di Giuseppe.
Rinfrescati e ristorati si parte per la parte finale del viaggio, quella tecnicamente più impegnativa e anche incognita.
La strada sale nei boschi e nell’aria calda, ferma, solo appena mitigata dagli ombreggiamenti, attraversiamo paesi remoti immersi nel verde e nella canicola del pomeriggio estivo e il ritmo del frinire delle cicale ci dà la misura della temperatura più dei display ormai a fondo scala, ma non mancano fontane in cui immergersi alla ricerca di un momentaneo sollievo finché faggete e abetaie lasciano spazio all’azzurro del cielo e all’aria leggera dei prati in quota.
Di tutti i chilometri, bivi, borghi e tornanti ricorderemo le ore passate con i compagni di viaggio, che hanno saputo gestire al meglio tutta la traversata, presenze insostituibili, parlando un po’ di tutto e rendendo il silenzio d’oro, ogni volta che ce n’era bisogno.
Domenica infine sgambata di 50 km tra i monti sanniti fino al santuario dell’Addolorata di Castelpetroso, fiabescamente slanciato al cielo tra cupole e guglie nella sua architettura neogotica. La celebrazione religiosa presieduta per pura casualità dal Vescovo di Ancona insieme a tanti altri pellegrini con cui condividiamo le origini marchigiane e pranzo finale con i familiari arrivati il giorno precedente in autobus, degna conclusione di due giorni perfetti.
Un ringraziamento a tutti i ciclopellegrini:
Allori Giovanni
Bartolini Luigi
Belardinelli Marco
Bonvecchi Matteo
Brandoni Maurizio
Camilloni Leonardo
Carpini Roberto
Chiusaroli Giordano
Crocioni Stefano
Flamini Valter
Formiconi Giordano
Frogioni Sergio
Giagante Mariano
Giorgetti Simone
Jachetta Renzo
Marconi Alfredo
Martorello Sandro
Montironi Marino
Pettinari Giorgio
Pierdominici Manuel
Prenna Massimiliano
Ricciardi Graziano
Spalletti Daniele
Sperindè Davide
Stacchiotti Mario
Vecchi Samuele
Verdini Roberto
Vesprini Graziano
Zippilli Tommaso
Oltre all’equipe di organizzazione e supporto:
Giuseppe Montenovo, Urbano Mancinelli, Silvano Eugeni, Valter Mengoni e tutta la Società Ciclistica Recanati.