Subito 300mila euro per risarcire i coltivatori danneggiati dalla fauna selvatica che, in passato, si erano visti contestare le segnalazioni fino al 2024. Poi altri 200mila per gli altri territori, per arrivare ad azzerare i danni, 2024 compreso. Questo in vista di una rivoluzione del sistema degli Ambiti Territoriali di Caccia, che prevederà un’uniformità di regolamenti in tutta la regione e procedure di risarcimento più veloci e moderne. Lo annuncia Coldiretti Marche, che dopo l’ennesimo incontro in Regione ha di che esultare.

“Da anni difendiamo gli agricoltori da un sistema che, pur nato con le migliori intenzioni di collegialità, aveva finito per creare piccoli feudi di potere autoreferenziale – commenta Maria Letizia Gardoni, presidente di Coldiretti Marche -. Il tutto a scapito delle legittime richieste degli agricoltori costretti a contare i danni delle incursioni della fauna selvatica e a sentirseli contestare, essendo tra l’altro in minoranza all’interno dei comitati di gestione degli ATC”. Situazioni che avevano innescato veri e propri bracci di ferro con tanto di ricorso ai tribunali amministrativi negli Atc PU1 e AN2, ora commissariati. L’organizzazione agricola aveva più volte evidenziato la necessità di una riforma, sebbene vi fossero anche ATC che hanno lavorato con serietà e regolarità. Il saldo di tutti i danni fino al 2024 sembra preludere proprio a questo.

“A breve vi sarà il commissariamento di tutti gli Atc – aggiunge Alberto Frau, direttore di Coldiretti Marche – in vista dell’adozione dello statuto unico. La Regione, tra l’altro, su nostro suggerimento, è pronta anche a varare un nuovo sistema di risarcimento con un nuovo modello telematico. Inserendo i dati nel Siar si potranno accorciare notevolmente le tempistiche”.

Non solo. La Regione guarda avanti anche al sistema della caccia di selezione. Sono previsti due punti di raccolta per ogni provincia. Carni che poi potranno essere portate a Caccamo dove già è operativo il Centro di Lavorazione Selvaggina gestito dall’Urca, l’Unione Regionale Cacciatori dell’Appennino. Anche la valorizzazione della filiera della selvaggina è un’idea di Coldiretti Marche per unire al contenimento della fauna selvatica attraverso l’azione dei selecacciatori, la possibilità di dare maggior sicurezza alimentare ai consumatori con carni certificate e tracciate ed evitare fenomeni di bracconaggio e di un mercato nero che potrebbe in alcuni casi essere poco chiaro.

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