Montefano – Si è spenta all’età di 79 anni Nicole Gabbucci, artista franco-italiana di straordinaria sensibilità, che da decenni aveva scelto le colline marchigiane come dimora dell’anima e della vita. Pittrice, poetessa, fotografa e intellettuale raffinata, Gabbucci lascia un’impronta profonda nella storia culturale del territorio, oltre che nei cuori di chi l’ha conosciuta.
Figlia del console onorario in Alsazia, Enrico Gabbucci, e di Liselotte Wagenbach, nuotatrice intrepida e donna dal carattere forte, Nicole nasce in Francia ma conserva fin da bambina un legame profondo con le Marche, dove trascorreva le estati a Porto Recanati. “Risale a tanto tempo fa il mio amore per questa terra – raccontava – partivamo dalla Francia con mia madre per passare le vacanze sul mare Adriatico”.
Diplomata in decorazione all’Accademia di Belle Arti di Roma, laureata in Storia dell’Arte e Archeologia all’Università di Strasburgo e in Lettere e Civiltà Italiana, Nicole Gabbucci ha attraversato da protagonista il mondo della cultura europea. Durante gli anni Settanta, a Roma, lavora con due giganti del cinema come Federico Fellini e Carmelo Bene. Ma delusa dalla deriva commerciale che stava prendendo il cinema italiano, decide di tornare alla pittura, che l’accompagnerà per tutta la vita.
“Ho interpretato Silvia di Leopardi in mezzo alle colline leopardiane”, raccontava con ironia e passione, evocando quella fusione profonda tra arte e paesaggio che ha contraddistinto la sua produzione. Il suo stile pittorico, intriso di forza femminile e ispirato a Frida Kahlo, rompeva gli schemi già nella Roma degli anni Settanta, ponendosi come critica esplicita all’immagine della donna-oggetto.
Dopo una parentesi da fotomodella tra Strasburgo e Roma – dove fu anche protagonista di diversi caroselli – e dopo aver frequentato l’Accademia Piero Vannucci di Perugia, si trasferisce definitivamente a Montefano, paese d’origine del padre. Qui vive per oltre quarant’anni, immergendosi nella natura, nella bellezza discreta dei borghi, nelle crepe delle porte di legno antico e nei panorami delle stagioni. E li trasforma in poesia visiva, tra acquerelli, fotografie e versi.
Non solo pittrice, ma anche poetessa apprezzata, Gabbucci ha ricevuto in passato diversi riconoscimenti per la sua scrittura. La sua arte ha attraversato i linguaggi, mantenendo sempre una coerenza profonda con il suo sentire: una devozione silenziosa alla bellezza, all’identità femminile, alla memoria e al paesaggio.
Le sue fotografie – migliaia, scattate con uno sguardo curioso e amorevole – raccontano storie minime, silenzi, dettagli dimenticati: “Vecchie porte e finestre screpolate, casolari abbandonati, alberi, foglie, portali, grate, chiese e nuvole in tutte le stagioni”.
Montefano la saluterà per l’ultima volta nel suo cimitero, dove verrà sepolta, tornando definitivamente a quella terra che tanto aveva amato e cantato.
1 commento
Mi dispiace. l’ho incrociata da ragazzo e mi è sempre sembrata una donna fuori dal comune. peccato non averla conosciuta meglio. Condoglianze alla famiglia. R.I. P.