È andata in scena ieri sera nel Teatro Comunale “Cortesi” di Sirolo (AN), nell’ambito del Festival e Premio Nazionale Franco Enriquez 2025, “Canterò d’Orlando”, una riscrittura scenica del famoso poema cavalleresco di Ludovico Ariosto, firmata da Paolo Larici e interpretata da un magnifico Andrea Caimmi.
L’attore ha conquistato il pubblico con una performance intensa e coinvolgente, dimostrando una profonda abilità interpretativa nel portare in scena le sfumature di sentimenti come passione, perdita, follia, dolore e gloria che caratterizzano il poema. Il monologo teatrale e la narrazione hanno rappresentato una affascinante riflessione sulla complessità della condizione umana.


Caimmi, il nostro “Ariosto” narratore, si è saputo muovere con sapienza e controllo all’interno di uno spazio scenico senza un centro fisso. Con ironia e varietà di registri stilistici ha saputo evitare caricature patetiche, dimostrando di mantenere vivo il ritmo e l’intensità drammatica. Uno degli aspetti più rilevanti della sua interpretazione è stata la capacità di valorizzare la musicalità del testo; grazie a un’attenzione particolare alla cadenza, al ritmo e alla melodia delle parole, l’attore ha saputo esaltare le sfumature poetiche dell’opera, creando un’armonia tra parola, voce e presenza scenica che ha reso l’intera rappresentazione intensa e apprezzatissima dal pubblico il quale ha risposto con un lunghissimo applauso.

Di principale importanza il lavoro di Paolo Larici che si configura come un vero e proprio architetto della scena teatrale. La sua “Canterò d’Orlando”, in linea con la tematica del festival Folli d’Arte e d’Amore, non è semplicemente una riscrittura dell’Orlando, ma un’opera che, come l’originale, offre una visione laica e disillusa della vita e dell’uomo senza perdere la forza simbolica dell’autentico Furioso. Larici si dimostra un esperto nelle dinamiche di messa in scena, capace di rivestirle di nuovo appeal, trasformando un testo antico in un’esperienza teatrale viva, attuale e coinvolgente. La sua riscrittura evidenzia, oggi come allora, le contraddizioni, le passioni e le tragedie che caratterizzano il nostro tempo in continuo mutamento. Per questo “Canterò d’Orlando” è un’opera teatrale che va oltre la semplice rappresentazione, diventando un’esperienza da vivere, un viaggio emotivo e intellettuale che stimola il pubblico con riflessioni sulle grandi tematiche dell’esistenza umana, sulla crisi dei valori e sulla complessità delle passioni che definiscono la nostra società. Un esempio di come l’arte teatrale possa essere rinnovata attraverso una visione capace di rendere eterno il fascino di un classico senza tempo.

Un arricchimento allo spettacolo è la mostra “Vestire il Teatro” curata da Paolo Lerici, dedicata alla costumista Elena Mannini. In esposizione i materiali dell’Archivio donato dalla famiglia al Centro Studi Franco Enriquez (bozzetti, campionature tessuti, progetti, costumi). Il punto di maggior rilievo dell’esposizione è un costume del “Coriolano” diretto nel 1975 da Enriquez, al quale Mannini contribuì con le sue vistose sperimentazioni tessili.

-Nikla Cingolani

Prossimi appuntamenti:
Il 1 agosto la Piccola Compagnia della Magnolia presenta Enrico IV – Una commedia, adattamento dell’opera di Pirandello firmato da Fabrizio Sinisi, con regia e costumi di Giorgia Cerruti.
L’8 agosto la Compagnia Teatro Nucleo propone Contragigantes, lavoro ispirato al “Don Chisciotte” con testo e regia di Horacio Czertok.
Il 22 agosto  Corrado Tedeschi con la piece  L’uomo dal fiore in bocca – Lezioni semiserie pirandelliane.
Il 29 agosto  L’infinito Giacomo – Vizi e virtù del poeta attraverso le sue opere, con Giuseppe Pambieri. Testo e regia di Giuseppe Argirò.
Il 30 agosto gran finale con il Premio Nazionale “Franco Enriquez”.

 

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