Abbiamo incontrato Antonio Porto, presidente del Comitato di Scopo “Class Action Vaccino Covid-19”, per approfondire finalità, motivazioni e prospettive dell’iniziativa legale collettiva che punta a fare chiarezza sulla sicurezza del vaccino Comirnaty (Pfizer/BioNTech) e a tutelare i diritti di chi lo ha ricevuto, volontariamente o per obbligo.
Il Comitato si propone infatti di sostenere un’azione legale collettiva ex art. 840 bis c.p.c., finalizzata all’accertamento delle responsabilità dei produttori e all’eventuale risarcimento dei cittadini che ritengono di aver subito conseguenze a causa della somministrazione. Secondo quanto dichiarato, il gruppo si avvale di un team legale e scientifico con esperienza specifica nei procedimenti legati agli effetti avversi da vaccino.
Vi potranno aderire coloro che hanno ricevuto “il vaccino Pfizer senza riportare danni conseguenti all’assunzione di un prodotto difettoso”. Ovviamente coloro che ritengono “di aver subito danni o conseguenze negative in termini di effetti avversi o peggioramento dello stato di salute generale in seguito all’assunzione del vaccino”. E infine gli “eredi di cittadini deceduti in un periodo successivo alla somministrazione del vaccino Pfizer e per un effetto avverso potenzialmente correlabile”.
Nel corso dell’intervista Porto affronta diversi temi cruciali:
- la presunta “cortina di silenzio” sugli eventi avversi e i dati che, secondo il Comitato, ne dimostrerebbero l’entità;
- le modalità di raccolta delle segnalazioni dei cittadini e i numeri aggiornati delle adesioni;
- le critiche alle istituzioni sanitarie e alla comunicazione mediatica in merito al tema;
- la posizione del ministro della Salute Orazio Schillaci sulla promessa di una commissione di indagine scientifica sugli eventi avversi.
L’intervista rappresenta un’occasione per ascoltare direttamente la voce del Comitato e conoscere più da vicino le motivazioni alla base della Class Action, alla quale si potrà aderire fino al 30 ottobre 2025, con un limite massimo di 1.000 ricorrenti.