Una semplice foto scattata con la moglie a Porto Potenza Picena, su una panchina a forma di cuore, ha scatenato un’ondata di odio social nei confronti di Paolo Diop. Commenti razzisti, indecenti e offensivi, spesso rivolti anche alla consorte, hanno spinto l’esponente politico recanatese a rivolgersi alla giustizia.
«Sono già venti le querele depositate dal mio legale, l’avvocato Oberdan Pantana del foro di Macerata, ma il numero è destinato a crescere man mano che emergono altri post – spiega Diop –. Ci sono sette procure interessate e diversi autori sono già stati identificati».
Tra i messaggi più violenti, uno in particolare recita: “poteva andare allo zoo vicino casa sua”. Espressioni che, sottolinea Diop, hanno travalicato ogni limite di decenza. «Ho ricevuto insulti volgari e disgustosi. Alcuni commenti tiravano in ballo anche mia moglie. Mi ha colpito la cattiveria, non mi era mai successo in 30 anni di vita in Italia».
Secondo quanto emerso, tra i responsabili non ci sarebbero solo utenti anonimi, ma anche professionisti e imprenditori.
Diop, oggi iscritto alla Lega di Matteo Salvini ed ex responsabile nazionale Immigrazione di Fratelli d’Italia, ha ricevuto in queste ore molta solidarietà da cittadini, associazioni e rappresentanti istituzionali, ma – sottolinea – «non una parola dal centrodestra di Recanati».
E lancia un messaggio a chi subisce fenomeni simili: «Chi riceve insulti e minacce sui social deve denunciare. La libertà di opinione è un diritto, ma non deve mai sconfinare nell’odio e nella diffamazione».
6 commenti
È la nuova prospettiva
Senza Parole….. che Dio Vi benedica e illumini la Mente e il Cuore dei malvagi.
Ma nessun articolo sul gof di ieri? Strano :)))
Povera Italia! 🤦♂️🤦♂️
non mollare Paolo. dagli dritto
Poveri noi!
Cosa dice il centro destra Recanatese?
Cosa dice?
Perche non parlate?