È stata trovata senza vita nella sua camera da letto, con il volto tumefatto e segni evidenti di percosse. Muslija Sadjide, 49 anni, macedone, residente a Pianello Vallesina, frazione di Monte Roberto, sarebbe stata uccisa nella notte. L’ipotesi più probabile per gli inquirenti è quella del femminicidio.
L’allarme è scattato intorno alle 13 di oggi, quando la donna non si è presentata al lavoro. Conoscendo la difficile situazione familiare, già nota anche ai carabinieri, alcuni colleghi hanno raggiunto l’abitazione e hanno trovato la chiave inserita dall’esterno nella toppa. Hanno così allertato il 112.
Sul posto sono intervenuti in sirena i carabinieri, l’automedica di Jesi e un’ambulanza della Croce Verde. Entrati nell’appartamento, i soccorritori hanno raggiunto la camera da letto, ma per la 49enne non c’era più nulla da fare: era morta da ore. Secondo le prime indiscrezioni, sarebbe stata colpita al volto con un oggetto contundente, probabilmente un bastone.
Le ricerche del marito e il peso dei precedenti
I carabinieri stanno ora cercando il convivente della donna, un 50enne macedone, irreperibile dalla mattinata e anch’egli assente dal posto di lavoro. A rendere ancora più fosco il quadro sono i pesanti precedenti che gravavano sull’uomo: una storia di violenze, minacce e aggressioni che andava avanti da almeno due anni.
Lo scorso 11 aprile il 50enne era stato arrestato dopo un episodio particolarmente grave. Convinto che la moglie lo tradisse dopo trent’anni di matrimonio, aveva impugnato un’ascia e sfondato la porta dell’abitazione in cui credeva si trovasse l’amante della donna. In realtà dentro c’erano due amiche della vittima, che terrorizzata si era rifugiata in una stanza: anche quella porta venne scardinata a colpi d’ascia. In quella circostanza l’uomo le frantumò anche il telefono, un ulteriore atto di controllo e intimidazione che si aggiungeva – secondo quanto ricostruito dagli investigatori – a un lungo elenco di maltrattamenti.
Arrestato per maltrattamenti, lesioni e porto abusivo d’arma, era stato prima posto ai domiciliari con braccialetto elettronico, poi trasferito in carcere per consentire alla donna di rientrare in casa. In quel periodo Muslija Sadjide aveva avviato la separazione.
Gli episodi di violenza, però, erano cominciati già mesi prima: in un’altra occasione l’uomo aveva sfondato con un’ascia il parabrezza dell’auto in cui si trovava la moglie.
Lo scorso luglio il 50enne era comparso in tribunale ad Ancona e aveva patteggiato una condanna a un anno e dieci mesi, con sospensione condizionale subordinata alla partecipazione a un corso per uomini violenti.
Il ritorno in casa e il tragico epilogo
Nonostante tutto, la 49enne aveva successivamente deciso di riaccoglierlo in casa, ritirando anche la causa di separazione. Una scelta drammatica, le cui conseguenze si sono purtroppo manifestate oggi in tutta la loro brutalità.
Le indagini sono ora in pieno corso, mentre nel paese cresce lo sgomento per una tragedia annunciata. I carabinieri stanno battendo il territorio per rintracciare il marito, considerato al momento il principale indiziato della morte di Muslija Sadjide
