Con la loro ultima nota, i gruppi consiliari di Recanati Insieme, Civici Vivere Recanati, PD e Uniti per Recanati dimostrano quanto l’ideologia possa ancora accecare la ragione, al punto da negare l’elementare dovere civile del ricordo di una vittima della violenza politica.
Sergio Ramelli non è un “simbolo nostalgico” e nemmeno un “pretesto provocatorio”. È stato un ragazzo di 18 anni, ucciso a sprangate nel 1975 da un gruppo di militanti dell’estrema sinistra, solo per aver espresso in un compito in classe un’opinione contraria alle Brigate Rosse. La sua morte non è un’opinione: è un fatto. E ricordarla è un dovere per chiunque creda nei valori della convivenza democratica.
Definire “provocazione” l’intitolazione di una via a un giovane assassinato per le sue idee, significa rifiutare il riconoscimento delle vittime dell’odio ideologico, quando non appartengono alla propria parte politica. Un atteggiamento selettivo, che nulla ha a che fare con la giustizia e tantomeno con l’antifascismo.
Chi oggi accusa il sindaco di “fare lo sceriffo” o di “essere ostaggio degli estremisti” perché ha permesso che si rendesse omaggio a una vittima del terrorismo degli anni di piombo, ignora — o finge di ignorare — che la democrazia vive anche nel rispetto delle memorie scomode, non solo di quelle comode. Il pluralismo si misura nel riconoscere tutte le ferite della storia nazionale, non solo quelle utili al proprio racconto.
Curioso è poi il riferimento alla “Costituzione antifascista”. Se quel giuramento ha un senso, lo ha nella difesa dei valori di libertà, rispetto e giustizia — gli stessi che sono stati violati nel caso Ramelli, esattamente come in quello di altre vittime della violenza politica, di destra e di sinistra.
La storia italiana è piena di intitolazioni a figure controverse o discutibili, in certi casi protagoniste di pagine oscure, eppure non sempre questo ha sollevato indignazione. Carlo Giuliani, il ragazzo che durante il G8 di Genova venne ucciso da un poliziotto mentre tentava di scagliargli contro un estintore: nel 2006 Rifondazione Comunista ha intitolato a lui la sede del proprio ufficio di presidenza al Senato. Il suo nome campeggia in piazze e spazi pubblici di diverse città, da Genova a Firenze.
E che dire delle vie dedicate a esponenti del comunismo internazionale? Ideologie che hanno generato regimi sanguinari in tutto il mondo? Il metro di giudizio, evidentemente, cambia a seconda dell’orientamento politico.
Ramelli non è un eroe di parte. È un simbolo di ciò che non deve più accadere: che un giovane venga assassinato per un’opinione scritta su un foglio di scuola. Chi oggi ha abbandonato l’aula per non partecipare a questo ricordo non ha fatto un gesto antifascista, ma ha semplicemente rifiutato il confronto con la verità storica.
Non è nostalgia ricordare una vittima. È giustizia. È civiltà. È memoria.
E a proposito di “ostaggi degli estremisti”…
Fa quasi tenerezza, a questo punto, ricordare che lo stesso Partito Democratico, solo pochi mesi fa, accusava il sindaco Pepa dell’esatto opposto: di aver costruito una “governance tutta a vantaggio dell’ala moderata”, lasciando ai margini proprio Fratelli d’Italia, oggi improvvisamente trasformati in padroni della scena e cattivi consiglieri. Nel novembre scorso, il PD parlava di un capolavoro politico consumato ai danni della destra, con le forze più identitarie — Lega e FdI — relegate a ruoli secondari e privi di peso. Fratelli d’Italia, in particolare, veniva descritta come ridotta alle “deleghe scomode e meno incidenti della cultura e dei servizi sociali”, affidate per giunta a “figure giovani e poco esperte”.
Insomma, una Giunta talmente egemonizzata dai centristi da suscitare la frustrazione di mezzo centrodestra… ma ora magicamente trasformata in un “regime” sotto controllo degli estremisti. La coerenza, quella sconosciuta.
La verità, forse, è più semplice: quando non si riesce ad accettare un gesto che rompe il conformismo della memoria a senso unico, si cerca un capro espiatorio. E pazienza se per farlo bisogna smentire se stessi.
redazione RadioErre
13 commenti
La sinistra non supererà mai l’antica e ipocrita presunzione di essere al di sopra di tutti e tutto
A Castefidardo ci sono vie intitolate a personaggi abominevoli come Ho Ci Min e Lenin, per questi nella da eccepire, vanno benissimo
Non avete centrato il punto. l’adunata dei fascisti di Milano di pochi giorni fa, 2000 camerati con il braccio teso, che chiaramente fanno riferimento ad un passato che pesa sulla nostra nazione, spaventa tante persone. Dalla destra più moderata alla sinistra più estrema. Ed erano lì ad onorare questo povero ragazzo ucciso in modo vergognoso, cosa che nessuno nega. Anche questo è un fatto. Da non sottovalutare.
AHAHAHAHAHAHAHAH!!!
AHAHAHAH!!
Eccolo guarda a Castello che ha intitolato una via a HoCi Min!
AHAHAHAH!!
Lo sai si chi era costui?
La guerra del Vietnam gli Stati Uniti l’hanno persa!!!!
E c’era questo signore!
Lenin è stato un rivoluzionario e gente come voi che ama il cambiamento personaggi così dovrebbero darvi quella carica che vi manca per uscire da questa europa che sostenete oppressiva!
La costituzione che leggete la prima parte dell’art.1
Questi sono due figure che hanno reso i loro popoli indipendenti!!!
Per quanto riguarda il ragazzo Ramelli questo se anziché seguire l’ideologia la divisione studiava e non seguiva i vari idoli idem quelli di estrema sinistra uccisi dai fascistelli oggi non piangevamo queste morti!
A cosa serve manifestare andare dietro a capi popolo…nulla!
Nulla è cosi quella targa a cui si vuol intitolare una via!
Vedete, Sauro Nazzario che oggi è intitolazione di vie in tutto lo stivale PER NOI ITALIANI è un EROE per l’ex impero Austro Ungarico è un TRADITORE!
Vedete un po voi…A ME FATE SOLO CHE RIDERE!
Anselma con vedute di 30 cm è convinto che ocimin ha reso indipendente il suo paese e vinto pure la guerra,poi forse si documenta e scopre quante multinazionali Statunitensi sono presenti in Vietnam,quanta coca cola bevono e quanti altri gadgets producono per i padroni Americani come schiavi a 2 spicci.Sei furbo come un pollo Anse’
Sergio Romanelli fu uno studente milanese di diciotto anni (nato il 6 luglio 1956) militante del Fronte della Gioventù,formazione politica giovanile del Movimento Sociale Italiano, Non doveva morire così e giustamente gli assassini furono condannati. Oggettivamente non ha meriti maggiori di tutte le altre vittime degli anni di piombo, alle quali tutte si potrebbe meglio dedicare una via.
anonimo 15;41 , invece Karl Marx e ocimin erano di Castelfidardo.Il giovedì c’è mercato a Porto Recanati,fatti un giro e dai una mano all’ economia locale.
Piccolo particolare: Ramelli faceva riferimento, nemmeno tanto nascosto data la sua militanza, a una fazione politica che in Italia ha rappresentato l’erede della DITTATURA. Quella che non ammetteva dissenso, quella che negava la libertà di stampa, quella che cancellò i partiti avversari, quella che abolì qualsiasi associazione giovanile (vedi i boy scout), quella che cancellò il diritto di sciopero e via dicendo.
Quindi anonimo 17;56 tu fai il processo alle intenzioni e non ai fatti giusto?
Piccolo particolare 17;56 , Sergio Ramelli era un ragazzo che credeva nei suoi ideali senza aver torto un capello a nessuno e secondo te ( voi tutti comunisti)non meritevole post mortem dell’ intitolazione di una via ,piazza o qualsivoglia perché tesserato ad un partito a voi non gradito, al contrario un assassino come Walter Audisio,partigiano comunista che privò della vita due esseri umani,disarmati ( quindi vigliaccamente) senza permettere loro un processo come in qualsiasi Paese civile anche in quegli anni,merita una piazza intitolata ad Alessandria? e parlate di democrazia? e vi reputate intellettualmente superiori e civilmente progressisti?
Se invece de pensà a ste ca……te studiate un po’ e vedrete che i veri fondatori delle brigate rosse (non quelli che ci vogliono far credere). Leggete qualche libro sull’uccisione di Moro e se capite qualcosa capirete che i veri fondatori sono altri. Chi ha attuato la strategia della tensione? Sono sempre quelli che oggi fanno le leggi sul rave party, sempre i neri che con le leggi (mirate) vogliono tenere sotto il “popolo” e fare i cavoli loro
Allora perché non ricordare uno per uno con una via ogni singola vittima del terrorismo rosso o nero di quegli anni?
Perché solo Ramelli? Perché non una via, come proposto dalle opposizioni, a tutte le vittime degli anni di piombo?
Perché Bella Ciao è divisiva e Ramelli no?
Perché a Milano 2.000 teste bacate e braccio teso hanno commemorato Ramelli?
Chi risponderà a queste domande, Fratelli d’Italia? Il sindaco o il suo ufficio stampa? La redazione di Radio Erre?
Alla fine sempre la stessa persona.
ma la redazione radio erre fa comunicati politici?