Questa settimana, giovedì o venerdì, si concluderà il lungo iter del declassamento del lupo che pone fine al regime di “rigorosa protezione” che ha causato l’aumento incontrollato della specie: dal rischio di estinzione alla sovra popolazione, con i lupi nelle grandi città, sulle spiagge, sui campi da sci, dentro i giardini e i cortili delle case. E se ne discuterà anche a Recanati, venerdì sera 9 maggio presso la Sala del popolo, Corso Persiani 51, ore 20:45.
Le Marche sono una delle regioni che subiscono maggiormente l’impatto del lupo su economia e società. Seguono l’Emilia nella graduatoria nazionale delle regioni con più episodi di cani sbranati dai lupi. Dopo la provincia di Torino, quella di Ancona è la provincia con più avvistamenti di lupi in centri abitati. A Fano, nel 2022 un lupo, ormai stabile in area urbana, venne catturato grazie alle “deroghe” che, anche prima del declassamento, consentivano l’abbattimento e la cattura dei lupi. Ma le regioni sono ricorse solo in pochissimi casi a questa opportunità. Per quale motivo? Per ragioni politiche, per timore delle lobby ambientaliste. La conseguenza è che il problema del lupo si è ingigantito, è fuori controllo, secondo una dinamica che ricorda da vicino quella della piaga dei cinghiali.
Cosa porterà il declassamento? Tutto dipenderà dalla volontà e dal coraggio politico delle regioni. Ma è certo che, se non sviluppano pressioni da parte della società, non solo da parte delle categorie direttamente interessate ma da tutta la realtà rurale e dei piccoli centri, la forza delle lobby pro lupo, super organizzate e con ampi mezzi economici, rischia di vanificare anche il traguardo, faticosamente conquistato, del declassamento.
A Recanati si confronteranno esponenti locali del mondo rurale con esponenti di associazioni e comitati di altre regioni che, da anni, denunciano la gravità della diffusione incontrollata e senza regole del lupo.
Dr. Michele Corti
Presidente Ass. per la tutela dell’ambiente e la vita rurali