PORTO RECANATI – Dopo i nuovi accertamenti effettuati a giugno, torna sotto i riflettori la questione amianto al capannone Nervi e al deposito comunale di via Argentina. A sollevare l’allarme sono i tre gruppi di opposizione in consiglio comunale – Centrodestra Unito, Porto Recanati 21-26 e Civici per Porto Recanati – che hanno presentato due interrogazioni indirizzate al sindaco Andrea Michelini e alla sua giunta.
Il primo caso riguarda il capannone Nervi, dove già ad aprile l’amministrazione aveva confermato la presenza di amianto, sulla base dei campionamenti svolti a inizio anno. Ma i dati più recenti, contenuti nella documentazione trasmessa ai consiglieri il 14 luglio, forniscono un quadro ancora più chiaro – e preoccupante.
«A giugno sono stati effettuati 12 nuovi prelievi sulla guaina e sulle alette della struttura – fanno sapere i gruppi di minoranza in una nota congiunta – e tutti hanno confermato la presenza di amianto. Nella relazione del 4 luglio, il responsabile rischio amianto consiglia esplicitamente di procedere con la bonifica entro un anno, quindi entro aprile 2026, privilegiando la rimozione, e prescrive indagini ambientali sul terreno, da condividere con Arpam».
Alla luce di questi dati, l’opposizione chiede alla giunta Michelini di rendere noto un cronoprogramma degli interventi, di chiarire se i 12 mesi previsti per la bonifica siano considerati un tempo congruo e, soprattutto, di informare l’intero consiglio comunale su una vicenda che riguarda la salute pubblica.
Ma non è tutto. La seconda interrogazione riguarda il deposito comunale di via Argentina, dove la copertura in cemento-amianto è stata oggetto di un intervento di incapsulamento nel lontano 2005. «A vent’anni di distanza – proseguono i consiglieri – ci chiediamo se siano stati eseguiti nuovi monitoraggi dell’aria per verificare la presenza di fibre nocive e tutelare il personale che opera nella struttura. Inoltre, ci risulta che il responsabile rischio amianto abbia definito la copertura in “buono stato di conservazione”, nonostante sia visibilmente danneggiata dagli agenti atmosferici. Chiediamo quindi che venga condivisa pubblicamente tale valutazione tecnica».
Due interrogazioni, quindi, ma una sola richiesta di fondo: trasparenza, sicurezza e tempi certi. La palla ora passa alla giunta, chiamata a rispondere con azioni concrete alle preoccupazioni sollevate.
1 commento
Due vicende incredibili per come vengono affrontate dagli amministratori comunali di tutte le sponde. Si aspetta, si rimanda, si accantona. Dal 2005 sul deposito comunale nessuna verifica ulteriore e, soprattutto, nessuna decisione per smantellare tutto? Sul capannone Nervi poi siamo alla farsa, se non fosse per la pericolosità accertata della struttura, anch’essa da demolire se non esistono soluzioni di conversione in qualcosa di utile e necessario. O si aspetta soltanto la immancabile speculazione edilizia in riva al mare, che qualcuno tiene nel cassetto da tempo?