A Roma i giudici hanno censurato i manifesti con lo slogan “Potere alle donne? Facciamole nascere!” lanciati da Pro Vita & Famiglia per l’8 marzo, ritenendoli discriminatori. Una campagna che denunciava gli aborti selettivi contro le bambine e che ribadiva: «Il primo diritto di ogni donna è la vita».
La decisione ha sollevato forti polemiche e a insorgere è anche il dottor Roberto Festa, medico di medicina generale e presidente del Centro Aiuto alla Vita di Loreto, che in questa intervista spiega perché, secondo lui, la censura colpisce ingiustamente il movimento pro-life e perché considera le associazioni Pro Vita le vere discriminate.
Nelle sue parole il dottor Festa affronta il tema dei diritti delle donne, il significato dei manifesti e il valore del sostegno concreto alle madri in difficoltà.

4 commenti
C’era qualche dubbio sul fatto che almeno l’80% dei giudici è allineato sulle posizioni sinistre e che gli appartenenti a tale contesto politico – oltre a considerarsi, peraltro senza la benché minima ragione, i depositari della verità e della cultura – sono la quintessenza dell’intolleranza verso chi, legittimamente, esprime un parere dissenziente dal loro?
Chiedo per un amico non sinistro
l’arroganza di voler imporre il controllo sul corpo delle donne non è “pensiero”, ma prevaricazione. imparate ad utilizzare i condom e a farvi carico del compito di evitare gravidanze indesiderate w lasciate alle donne la scelta se diventare madri o meno, siamo donne non incubatrici
Ovviamente ‘quintessenza’
Giusto facciamole nascere sennò poi gli ominicchi chi ammazzano