nota del Gruppo Consiliare Civico Progetto Comune
Si sentono ferite a morte dalle parole del vicesindaco, che in tono evidentemente scherzoso, ma non certamente offensivo, aveva proposto una “soluzione” ad un amletico dilemma esposto dalle due in consiglio: “come si fa ad andare alla messa adesso che su via San Giovanni Bosco sono stati fatti degli stalli di sosta blu?”
Eppure nello stesso Consiglio in, maniera impudica e vergognosa, la consigliera Ubaldi si era rivolta all’assessore Riccetti accusandolo di utilizzare il “metodo Longarini”.
Per chi fosse troppo giovane Longarini fu un imprenditore della ricostruzione anconetana che, negli anni novanta, balzò agli onori della cronaca in quanto coinvolto in numerose inchieste; in una di esse subì una condanna in primo grado a 10 anni di reclusione per truffa aggravata ai danni dello stato.
Roba da meritare una querela, se non vi fosse l’attenuante dell’età e le scuse maldestramente proferite subito dopo.
Sempre nello stesso consiglio il Sindaco è dovuto intervenire ammonendo più volte la Sabbatini nel momento in cui, al termine di una discussione sulla casa delle arti, in modo irriverente e senza alcuna sensibilità, si apprestava a dissacrare la memoria di colui a cui è stata intitolata, per rendere più feroce la sua critica. “Non ci provare” aveva ripetuto più e più volte il primo cittadino in tono fermo e deciso, per evitare che il rasoio che la consigliera di centrodestra aveva messo al posto della lingua proferisse l’irreparabile.
Tutti se ne sono accorti, tutti hanno capito che la sceneggiata della Sabbatini stava per superare quel limite che neppure la peggior politica dovrebbe mai superare.
Tutti, tranne lei che ora, con rara impudicizia cerca di edulcorare l’accaduto recitando la parte dell’offesa.
Visto che ancora non lo ha compreso, consigliera Sabbatini glielo spieghiamo di nuovo: affermare che le lungaggini che hanno caratterizzato i lavori sono un’offesa alla memoria di colui a cui la casa delle arti è stata dedicata è politicamente ma anche umanamente vomitevole, per il modo e per il luogo in cui quelle parole sono state proferite, per la famiglia del compianto e più in generale per l’onore di un’intera città!
Forse la dignità degli altri, al cospetto della vostra (che avete anche la memoria corta e non ricordate di aver fortemente criticato l’intitolazione a Mario) non vale nulla. Ma quando la politica diventa così insensibile da raggiunge un livello così basso di ipocrisia, noi ci chiamiamo fuori!