Nonostante le ordinanze comunali emesse all’epoca imponessero lavori urgenti da completare entro 15 giorni, nulla si è mosso. Solo qualche nastro bianco e rosso a delimitare la zona più esposta – scolorito con gli anni, fino a sparire – e qualche transenna. I materiali, intanto, si deteriorano. La pioggia e gli sbalzi termici fanno il resto. Prima è caduta la crosta di una putrella arrugginita, poi un pezzo di muratura. Adesso, nuovi frammenti rischiano ogni giorno di finire addosso a chi passa.
Lo scorso febbraio Massimo Gentili, residente in via Calcagni, ha presentato un’ulteriore segnalazione ufficiale al Comune, corredata da fotografie. «L’edificio è in abbandono, i materiali si staccano e rappresentano un pericolo reale», ha scritto. Nessuna risposta, come in passato.
A bloccare ogni iniziativa è il mancato accordo tra i condomini. Nessuno si decide a intervenire né a farsi carico delle spese, nonostante negli anni ci siano state agevolazioni importanti come i fondi post-sisma o il Superbonus. E anche il Comune, che pure ha l’obbligo di garantire la pubblica sicurezza, si è limitato finora a chiudere le aree dopo ogni distacco, senza mai applicare davvero l’intervento sostitutivo previsto dall’ordinanza del 2016.