Nel mese di ottobre si è conclusa la complessa attività investigativa dei militari della Stazione di Caldarola che, seguito numerose “intrusioni” nelle case inagibili a causa del sisma del 2016, hanno scoperto gli autori delle effrazioni avvenute nei primi mesi del 2025, denunciando undici persone alla Procura della Repubblica di Macerata per svariati reati, quali tentato furto aggravato, violazione di domicilio e possesso di strumenti di effrazione.

Primo evento

I primi di gennaio 2025, su segnalazione dell’Amministrazione Comunale e di un parroco, i militari erano intervenuti presso chiese e centralissimi edifici storici (Palazzo Cardinale Pallotta e Chiesa di San Gregorio) danneggiati dal sisma, poiché ignoti, mediante effrazione delle porte di ingresso, si erano introdotti al loro interno rovistando e danneggiando finanche una porta del 1500; nell’effettuare i rilievi i Carabinieri avevano ricostruito che numerosi oggetti d’arredo erano stati inspiegabilmente “spostati”. I sopralluoghi eseguiti permettevano inoltre di evidenziare che gli “INTRUDERS” avevano visitato con modalità analoghe tre chiese, due nel centro cittadino e una nella Frazione Croce di Caldarola e che anche altre abitazioni private presentavano danni al portone di ingresso. Tutti gli edifici avevano in comune lo stesso denominatore, ovvero l’interesse storico culturale degli immobili visitati e l’aver riportato danni a seguito degli eventi sismici del 2016.

L’acquisizione delle immagini di sistemi di videosorveglianza privati e del circuito comunale permettevano di individuare quattro persone, due uomini e due donne, che la notte del 5 gennaio 2025 a partire dalle 03,00 erano arrivati in paese; questi poi, con delle torce e un’ascia, oltre a un arnese a punta piatta, si erano introdotti in tre chiese, nell’ex ufficio comunale, in una villa in Frazione Valcimarra e in altre dieci abitazioni del centro storico, alcune delle quali di rilievo storico e artistico per la presenza di affreschi, mobilio e suppellettili d’epoca e così rimaste dal terremoto del 2016 a seguito della acclarata difficoltà a spostare il contenuto e ad entrarvi, poiché fatiscenti a causa dei danni sismici rilevati.

Eseguiti i sopralluoghi, rinvenendo mozziconi di sigarette della stessa marca e riscontrando impronte delle stesse scarpe nei diversi siti “visitati”, i carabinieri hanno ricostruito gli spostamenti dei quattro soggetti individuati come possibili autori dei reati, che avevano poi tranquillamente consumato la colazione in un bar e avevano alloggiato in strutture ricettive nelle Marche. I carabinieri hanno così identificato i due autori di sesso maschile, un venticinquenne di Lodi e un trentacinquenne di Monza e le due donne ovvero una trentasettenne di Como e una quarantasettenne di Mantova, scoprendo che si trattava di “YOUTUBER” che pubblicano su diversi siti, immortalando “il tempo che si è fermato” all’interno di edifici di interesse storico-culturale e traendone guadagno dalle visualizzazioni in rete. Tutti e quattro sono stati destinatari di decreto di perquisizione emessi dalla Procura della Repubblica di Macerata, eseguite nel mese di aprile; le attività hanno consentito di ottenere riscontri, con il ritrovamento di macchine fotografiche utilizzate, torce e strumenti da scasso.

Attualmente i quattro sono indagati per il reato di violazione di domicilio, che nell’ipotesi aggravata dalla violenza sulle cose, prevede una pena da uno a cinque anni.

Secondo evento

Anche nel mese di febbraio 2025 i militari di Caldarola erano intervenuti perché su una delle abitazioni antiche del centro storico, già visitate il mese precedente, era scattato l’allarme anti-intrusione.

All’arrivo sul posto i carabinieri avevano constatato che ignoti avevano danneggiato un pezzo di una porta antica per introdursi all’interno, ma la presenza della fotocellula che rilevava la loro presenza, li aveva messi in fuga.

L’acquisizione delle immagini di videosorveglianza cittadine permetteva di individuare immediatamente quattro persone (anche in questo caso due uomini e due donne) che erano arrivate in paese poco prima a bordo di un’auto, dal cui portabagagli i due uomini avevano tirato degli arnesi da scasso. Avevano poi tagliato con una cesoia la maglia di una catena chiusa con lucchetto applicata su un portone di una residenza antica, avevano scardinato il portone ed erano entrati all’interno. Si erano poi allontanati con l’auto, intestata ad una delle ragazze presenti, ovvero una venticinquenne di Varese; seguito acquisizione dei dati del tabulato telefonico e perquisizione delegata dall’Autorità Giudiziaria (eseguita il mese scorso) i carabinieri hanno identificato e denunciato i quattro autori del reato: oltre alla proprietaria dell’auto, un trentunenne di Varese, un quarantunenne e una cinquantatreenne di Genova, tutti indagati per tentato furto aggravato in abitazione in concorso e possesso di chiavi alterate o di grimaldelli.

Terzo evento

Sempre nel mese di febbraio, una pattuglia della Stazione di Caldarola in servizio perlustrativo aveva identificato tre persone che, in pieno giorno, stavano nei pressi di una dimora antica con numerosi attrezzi da scasso al seguito oltre a macchine fotografiche professionali. Si trattava di due cinquantenni di Ancona e un quarantasettenne di Civitanova Marche, trovati in possesso di chiavi alterate, grandi cacciaviti a punta piatta e torce led di elevata qualità che venivano sequestrati.

I tre erano stati denunciati per la violazione dell’articolo 707 C.P. in concorso (possesso di chiavi alterate o di grimaldelli in concorso); erano inoltre stati destinatari della misura di prevenzione del divieto di ritorno nel comune di Caldarola della durata di un anno.

Anche nel loro caso si trattava di Youtuber che pubblicavano negli stessi siti.

 

Le informazioni sono state fornite nel rispetto dei diritti delle persone indagate, da ritenersi presunte innocenti in considerazione delle rispettive fasi del procedimento – indagini preliminari – fino ad un definitivo accertamento di colpevolezza con sentenza irrevocabile, ed al fine di assicurare il diritto di cronaca costituzionalmente garantito.

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