Nel mondo iperconnesso dei touchscreen e delle tastiere, scrivere a mano sembra un gesto d’altri tempi. Eppure, proprio in uno dei templi della cultura contemporanea come il Salone del Libro di Torino, l’antica arte della calligrafia è tornata a catturare l’attenzione di centinaia di bambini.
Al centro di questa piccola rivoluzione silenziosa c’è un artista recanatese, Malleus della nota bottega amanuense, invitato ufficialmente dalla Regione Marche per trasmettere ai più piccoli un messaggio tanto semplice quanto dimenticato: tenere correttamente la penna in mano è il primo passo per riscoprire la bellezza della scrittura.
“Ogni giorno vedo bambini che non sanno più come impugnare una penna – racconta – e a scuola, purtroppo, nessuno glielo insegna più. Così si perde anche la calligrafia, che non è solo estetica, ma anche disciplina, attenzione, personalità”.
La sua attività, al Salone, è concreta e coinvolgente: correggere l’impugnatura, dare indicazioni pratiche, e infine scrivere per ciascun bambino il proprio nome in bella calligrafia. Un momento che si trasforma in emozione. “Quando vedono il loro nome scritto con cura, gli si accendono gli occhi. È un gesto che lascia il segno, e non solo sulla carta”.
Ma il progetto va oltre l’evento torinese. Malleus sta collaborando con diverse università e fondazioni per redigere una proposta di legge che riporti l’insegnamento della scrittura a mano nelle scuole primarie. “Abbiamo bisogno di restituire dignità al gesto grafico. Scrivere bene significa pensare meglio. Significa prendersi il tempo di costruire, di scegliere le parole, di lasciare traccia”.
In pochi giorni, il suo banco è diventato meta di centinaia di famiglie. Genitori stupiti, insegnanti incuriositi, ma soprattutto bambini felici di imparare qualcosa che nessuno insegnava loro più. “È una missione che porto avanti con gioia – spiega – perché non è solo calligrafia: è educazione, rispetto per sé e per gli altri, è un’arte che ci riporta all’essenziale”.
3 commenti
arte dimenticata? non mi meraviglio. i giovani oggi scrivono sempre meno e digitano sempre più su schermi e tastiere. figuriamoci poi se sanno cosa sia la stenografia, una nobile arte di cui sono stato campione e tutt’ora appassionatissimo.
E i genitori che fanno? Incoraggiano. A scrivere su schermi e tastiere, altrochè!
Un esempio? Pochi giorni fa in un noto ristorante della zona, due bambine 7-8 anni con telefonino appoggiato al bicchiere davanti al piatto, occhi fissi sugli schermi e “tentativo” di mangiare un piatto di spaghetti senza… distrarsi dal video. La mamma lì accanto, anche lei alle prese con il suo apparecchietto., chisà per cosa.
purtroppo hai ragione. molti genitori sono peggio dei figli, non sanno educare, appoggiano, viziano….e sono i primi a dare il pessimo esempio.