Dopo un grave incidente che lo ha lasciato con seri danni permanenti, l’ex ciclista professionista recanatese Riccardo Stacchiotti racconta la sua rinascita nel paraciclismo. In questa intervista esclusiva, ripercorre il trauma, la lunga riabilitazione e l’emozione del ritorno in sella, culminato con il podio in Coppa del Mondo e la vittoria ai Campionati Italiani. Un racconto di resilienza, sport e umanità.
RECANATI – La passione per la bici non lo ha mai abbandonato. Nemmeno quando, dopo un gravissimo incidente, Riccardo Stacchiotti si è ritrovato immobilizzato a letto, costretto a reimparare a camminare. Oggi, l’ex ciclista professionista recanatese classe 1991, ha trovato nel paraciclismo la forza di ricominciare, trasformando il dolore in nuova motivazione.
Era il 27 agosto 2023 quando, di ritorno da una giornata al mare in scooter, Riccardo è stato centrato in pieno da un’auto che usciva in retromarcia da un parcheggio. L’impatto è stato violentissimo: lussazione del ginocchio, lesioni gravi ai legamenti, ai muscoli e – soprattutto – al nervo che ancora oggi gli impedisce di muovere il piede sinistro.
«Sono stato operato d’urgenza, poi ho portato per 45 giorni un fissatore esterno tra coscia e tibia. Dopo 10 giorni in ospedale, sono rimasto due mesi a letto. La riabilitazione è stata lunga e dolorosa», racconta Stacchiotti. Una convalescenza durata quasi nove mesi, durante la quale Riccardo ha dovuto affrontare altri interventi chirurgici per la ricostruzione dei legamenti, oltre al continuo dolore fisico che ancora oggi accompagna ogni suo passo.
Eppure, la bicicletta è tornata ad essere la sua alleata. «Appena ho potuto, sono risalito in sella. È stato uno dei momenti più belli, ma anche duri: ho subito capito che non sarebbe più stato come prima». Senza l’uso del piede, la spinta sui pedali è limitata, ma la voglia di rimettersi in gioco ha prevalso. Nell’agosto 2024 arriva la chiamata inattesa del commissario tecnico della Nazionale di paraciclismo, che lo coinvolge in un nuovo percorso sportivo.
Nel maggio 2025 Riccardo debutta nelle competizioni internazionali: due Coppe del Mondo, una in Belgio e una a Maniago, in Friuli, dove conquista rispettivamente un quinto e un terzo posto. Poi, l’apoteosi: la vittoria ai Campionati Italiani. «Una soddisfazione enorme, che ripaga di tutte le difficoltà affrontate».
Tuttavia, il dolore e le difficoltà restano. «Cammino con le stampelle, ho un tutore per il piede e dolori continui. Anche a livello psicologico è pesante: il dolore influisce sull’umore. Non sono più spensierato come prima». Anche la vita sociale e affettiva ha risentito del trauma, soprattutto nei primi mesi, segnati da un forte isolamento. «Ora, fortunatamente, ho ritrovato un equilibrio e sto meglio, anche se non è facile».
Nonostante le limitazioni, Riccardo ha anche ripreso il lavoro in un’impresa edile di Recanati, dove era già impiegato prima dell’incidente: «Non riesco più a fare tutto, ma l’azienda mi è venuta incontro. Mi hanno sostenuto, e questo ha fatto la differenza».
Riccardo Stacchiotti oggi è un simbolo di resilienza. La sua storia è un inno alla determinazione e alla voglia di non arrendersi, nemmeno quando la vita sembra voltarti le spalle.